Europa e società dell´informazione: Tv digitale e 3G, piattaforme aperte e interoperabilità

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Intervento di Erkki Liikanen, Membro della Commissione Europea, Responsabile per le Imprese e la Societ&#224 dell”Informazione.

In occasione dell”udienza pubblica su Piattaforme aperte e interoperabilit&#224 per Tv Digitale e 3G, tenutasi a Bruxelles lo scorso 4 febbraio, il Commissario per le Imprese e la Societ&#224 dell”Informazione, Erkki Liikanen, ha tenuto un breve intervento, del quale riportiamo i passi principali, anticipando la pubblicazione della versione integrale che sar&#224 disponibile tra qualche giorno sul canale Media->Policy di Key4biz.it.

“L”espressione ”Piattaforme Aperte” riassume in breve l”analisi di quelle ”barriere residue che ancora ostacolano la diffusione di massa dei nuovi servizi e delle nuove applicazioni proprie della societ&#224 dell”informazione, attraverso piattaforme aperte, nella TV digitale e nelle comunicazioni mobili di terza generazione”.
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Il Summit di Barcellona ha esplicitamente sancito l”idea che le piattaforme aperte incrementino la scelta dei servizi cui i consumatori possono accedere, cos&#236 come delle relative metodiche d”accesso.
Parte del Piano d”Azione eEurope 2005 si focalizza su questo coinvolgimento collettivo – e con ci&#242 intendo l”intera nostra societ&#224 e la maniera in cui i servizi vengono distribuiti – in direzione dell”era digitale, quando cio&#232 sar&#224 possibile per chiunque fruire dei vari servizi attraverso un qualsivoglia meccanismo elettronico.
Sono convinto che la distribuzione di servizi via multipiattaforma costituir&#224 la metodica del futuro. Con molta probabilit&#224, i servizi saranno nello stesso tempo competitivi e complementari, soprattutto in virt&#249 della diffusione di massa, di qui a pochi anni, dell”accesso a banda larga.

Nelle architetture tecnologiche di prossima generazione, studiate per le reti e le applicazioni della societ&#224 dell”informazione, l”accesso e l”apertura diverranno fattori strategici anche in quelle aree dove prima non lo erano.
La questione dell”interoperabilit&#224 andr&#224 fronteggiata sotto tutti i profili, dai terminali alle infrastrutture di rete, dai contenuti alle applicazioni e ai servizi distribuiti attraverso le piattaforme.
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L”odierna discussione si concentra in modo particolare su quei software che, in relazione ai servizi della Societ&#224 dell”Informazione, definiamo Interfacce di Programmi Applicativi – su piattaforme digitali televisive o mobili. Il software API pu&#242 basarsi su tre standard differenti: tanto su open standard e software open source, quanto su software brevettato.
Gli open standard sono ufficialmente riconosciuti, unanimemente disponibili, pubblicamente condivisi e messi in commercio su basi eque e non discriminatorie. Le API e i sistemi basati sugli open standard sono volutamente pubblici.
I software open source sono disponibili gratuitamente e pertanto pubblici. I sistemi che li utilizzano sono ugualmente aperti a tutti, ma possono essere parzialmente chiusi quando uno sviluppatore di software ne modifica il codice sorgente per adattarlo ad una nuova applicazione e ad un nuovo codice per sua natura privato, e perci&#242 non disponibile gratuitamente.
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Nella Tv digitale e nel 3G notiamo come la tecnologia relativa a tali piattaforme, generalmente privata – per ragioni di cui non &#232 necessario addentrarsi in questa sede – &#232 capace di creare per l”utente tutta una serie di colli di bottiglia e blocchi di navigazione. In alcuni casi ci&#242 si &#232 gi&#224 verificato. I leader dell”UE sono perci&#242 ansiosi di assicurarsi che le iniziative e le politiche nate in ambito pubblico generino realmente benefici comuni agli utenti, senza il rischio di dar vita a mercati oligopolistici o a scapito dei consumatori, soprattutto nell”ambito dell”attuale scenario economico e finanziario.
Altra ragione per la quale ci rivolgiamo a tali piattaforme tecnologiche deriva dalla convergenza. Con l”introduzione dei servizi mobili di terza generazione, vedremo presto svanire il prefisso ”multi” dalla parola ”multi-media”. Gli abbonati potranno scaricare sui loro terminali 3G un”enorme variet&#224 di contenuti e servizi elettronici, compresi quelli tradizionalmente associati alle trasmissioni Tv.

Nelle reti del futuro, la tradizionale commutazione ”orizzontale” fra stazioni base verr&#224 integrata da quella ”verticale” tra differenti segmenti di rete. La continuit&#224 dei servizi, pertanto, richieder&#224 l”ininterrotta interoperabilit&#224 fra differenti reti d”accesso.
Da tutto ci&#242 scaturisce la nostra precisa volont&#224 nel mantenere viva l”attenzione sulla direttrice lungo la quale si muovono attualmente i mercati, in termini di servizi interoperabili e di libert&#224 di scelta da parte degli utenti. Siamo coscienti che la tecnologia d”interfaccia privata pu&#242 essere utilizzata per impedire a terzi di svilupparsi e di offrire servizi e applicazioni rivali o alternative.
Come funzioner&#224 il tutto nel suo insieme? &#200 questo il vero punto saliente dell”intera questione. L”analisi delle potenziali strategie non &#232 certo immediata, in virt&#249 della complessit&#224 dei dettagli tecnici fra loro interconnessi che tali tecnologie implicano. &#200 difficile prevedere in questo stadio gli ostacoli, cos&#236 come &#232 difficile prevedere quali saranno i prossimi passi in relazione all”accesso.”
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E di piattaforme aperte per la tv digitale e convergenza si parla oggi nel workshop sul tema “La Tv digitale &#232 una priorità per l”Europa? Quale ruolo può giocare nell”accesso ai servizi della Società dell”Informazione?”, organizzato da Puntoit presso il Parlamento Europeo a Strasburgo.

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