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A sorpresa Mauritius, da sempre considerata solo un paradisiaco luogo di vacanza, si sta rivelando come “l”isola felice” dell”industria hi-tech.
Formatasi da antiche attività vulcaniche, e situata a est del Madagascar, Mauritius ha deciso di indirizzare i milioni di visitatori stranieri non più soltanto verso le bellezze naturali – rossi tramonti tropicali e candide spiagge – ma anche verso la cyber-city che si fa sempre più spazio tra le montagne che circondano la capitale Port Louis.
Dove un tempo sorgevano le immense piantagioni di canna da zucchero, che hanno reso celebre l”isola, sorge ora una vera e propria città cibernetica che fornisce “…Network satellitari e a fibre ottiche – conformi agli standard internazionali – che collegano Mauritius al Portogallo attraverso il Sud Africa” come spiega Devendra Chaudhry, chief executive del Business Park dell”isola.
La rete permetterà agli utenti di usufruire di un centro dati Internet e di server per il web-hosting e per le transazioni commerciali e finanziarie.
Le autorità di Mauritius – continua la Chaundry – stanno facendo molti sforzi non soltanto per le infrastrutture che realizzeranno il sogno cibernetico dell”isola ma anche per portare il livello medio d”istruzione dell”isola dalle scuole primarie all”università. La maggior parte della popolazione indigena non ha, infatti, neanche mai visto un computer e per rimediare è stata istituita la Cyber Caravan che giornalmente gira tra i villaggi più remoti dell”isola per rendere gli abitanti consapevoli della rivoluzione in corso. “…Usiamo il Caravan per tenere dei corsi Information & Communications Technology (ICT) awareness (ndr letteralmente ”presa di coscienza delle Tecnologie della Comunicazione e dell”Informazione”) – informa Vikash Heeralaul del National Computer Board – abbiamo a disposizione 9 PC collegabili in Rete e cerchiamo di insegnare almeno le cose basilari. Fino a ora abbiamo tenuto corsi in 170 comunità″.
Una vera e propria rivoluzione, dunque, attende l”isola la cui economia finora è stata basata sulla vendita dello zucchero e sull”industria tessile. “…Il protocollo dello zucchero, è minacciato – dice il Ministro delle Finanze Paul Berenger – e le nuove regole della World Trade Organisation mettono in discussione anche le esportazioni tessili verso l”Europa e gli Stati Uniti. Per questo ci è venuta l”idea di trasformare l”isola e di proseguire verso un economia basata sui servizi”.
Un progetto così ambizioso – la cui punta di diamante sarà il “Disaster Recovery Service” su cui trasferire e immagazzinare i dati di grandi società in caso di attacco terroristico – non poteva che essere apprezzato da aziende come Hewlett Packard – già partner della cyber-city – e Microsoft, che ha espresso interesse nel progetto.
Il cuore della città è costituito da una torre di 12 piani costruita in meno di un anno e sono in cantiere già almeno altri 30 progetti tra cui un hypermarket, un centro conferenze e un cyber-village per la ricezione dei turisti.