Europa
Un gruppo di trentotto banche ha rilevato l”operatore via cavo tedesco Ish, una delle ultime vittime del settore delle tlc, oberato dai debiti contratti durante la “bolla” speculativa delle telecom del 2000. Le banche, guidate da Deutsche Bank e Citigroup, sono creditrici della holding dei media Callahan Kabel NRW e hanno acquistato la società per 275 milioni di euro ad un”asta.
I giganti europei del cavo, tra cui Telewest, NTL e UPC, stanno soffrendo sotto le forti perdite e i debiti dopo aver speso più del dovuto in ambiziosi piani di aggiornamento delle vecchie reti per poter distribuire Internet ad alta velocità e servizi voce.
Secondo un legale che opera per conto del consorzio di banche tedesche che ha rilevato Ish, la società di Tv via cavo varrebbe molto di più del prezzo pagato all”asta, alla quale il consorzio guidato da Deutsche Bank è stato l”unico a presentarsi.
“La cifra di 275 milioni di euro equivale grosso modo al valore più basso che le banche assegnano alla società, ma inferiore dei suoi debiti”, ha dichiarato Georg Maier-Reimer, legale di Linklaters Oppenhoff & Raedler, advisor del consorzio. Ish, infatti, serve 4,2 milioni di abitazioni nella Germania ovest, realizzando un volume di vendita annuale di circa 400 milioni di euro; i debiti ammontano a circa 800 milioni di euro.
Le banche avevano già assegnato a Ish un prestito ponte da 115 milioni di euro per la ristrutturazione, dopo che la Callahan era stata dichiarata insolvente. Fonti vicine al consorzio hanno dichiarato che le banche hanno già cancellato parte del loro prestito.
La vendita del maggior asset della Callahan Kabel NRW lascia ai detentori degli 1,2 miliardi di euro in bond solo un”esile speranza di recuperare i propri investimenti. I bond sono raramente commerciabili e cambiano di mano per circa il 2 per cento del loro valore nominale.
Il settore della Tv via cavo in Germania sta attraversando un periodo difficile, prova ne è la recente dismissione operata da Deutsche Telekom del proprio asset del cavo per 1,7 miliardi di euro, meno di un terzo di quanto il gruppo Usa Liberty avrebbe pagato lo scorso anno, prima che l”antitrust tedesco ne bloccasse la vendita.