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La Federal Communications Commission (FCC) ha annunciato che 30 MHz di spettro precedentemente allocati agli operatori dei Servizi Mobili Satellitari (MSS), saranno messi a disposizione dei fornitori di servizi 3G.
Gli operatori MSS – rende noto la Commissione – potranno continuare a operare nella banda 1990-2000 MHz e 2165-2180, ma con un spettro ridotto a 2 GHz.
La decisione – lo afferma il Presidente della FCC Michael K. Powell – è stata dettata dalla necessità di “…garantire flessibilità alle licenze che forniscono i servizi satellitari essenziali, rafforzare le strategie sul mercato del satellite e riallocare 30 MHz di spettro per l”uso terrestre…Queste linee guida nel loro insieme riflettono la volontà della Commissione di salvaguardare le risorse nazionali e di assicurare che esse siano usate nell”interesse pubblico. In più la riassegnazione dello spettro di licenze aumenterà il numero dei servizi e dei competitori nel mercato della banda larga.”
Non sono stati molto contenti della decisione gli operatori MSS a cui la Commissione ha comunque assicurato la possibilità di utilizzare la loro porzione di spettro sia a terra che nello spazio. Questo “…per proteggere le licenze satellitari esistenti da pericolose interferenze e assicurare che lo spettro attualmente allocato ai servizi satellitari nelle tre bande sia sfruttato a pieno”, continua Powell.
Powell afferma anche che la commissione sta attualmente riesaminando le proprie strategie in ambito satellitare per determinare se le proprie politiche danneggino o limitino in qualche modo la competizione.
La Cellular Telecommunications & Internet Association (CTIA), da canto suo, ha subito fatto sapere di disapprovare la decisione della FCC di concedere agli operatori MSS la fornitura di servizi wireless terrestri su uno spettro precedentemente riservato alle offerte satellitari. Il CEO Tom Wheeler punta il dito contro il provvedimento che darà nuovi diritti di utilizzo alle compagnie che operano in campo satellitare – le quali “ hanno già dato prova di non poter rispettare i primi impegni presi” – e che costerà caro soprattutto ai contribuenti.
La CTIA, dichiara ancora Wheeler, farà ricorso contro la risoluzione della Federal Communications Commission.