Italia
Il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha approvato il 29 gennaio il Piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione televisiva in tecnica digitale.
Il provvedimento adottato dall’Agcom, su proposta del commissario relatore Mario Lari, predispone un piano di primo livello che, analogamente a quanto previsto per le frequenze in tecnica analogica, riguarda l’assegnazione di frequenze per le reti nazionali e per quelle locali su base regionale.
Le bande di frequenza pianificate sono la VHF-III, UHF-IV e UHF-V per un totale di 54 frequenze. Le reti sono del tipo 3-SFN (single frequency network): utilizzano, cioè, 3 frequenze per la copertura del territorio nazionale.
Il numero di reti pianificate complessivamente è di 18, di cui 12 destinate all’emittenza nazionale e 6 all’emittenza regionale.
La tecnica di trasmissione digitale consente per ciascuna rete di diffondere 4-5 programmi. Pertanto la capacità raggiungibile del piano in termini di numero di programmi è di 48-60 a livello nazionale e 24-30 a livello regionale.
Il piano è stato concepito per permettere un’ulteriore pianificazione di reti provinciali o pluriprovinciali (reti di secondo livello) analogamente con quanto effettuato con la pianificazione analogica. La scelta del mantenimento di strutture similari fra il piano digitale e quello analogico favorisce la transizione dei soggetti titolari di concessioni rilasciate secondo la pianificazione analogica verso il digitale così come previsto dal regolamento dell’Autorità approvato con delibera 435/01/CONS. L’Autorità, nell’approvare il piano ha segnalato al Governo la necessità di un intervento normativo che, a integrazione della legislazione vigente, specifichi tempi e modi dell’attuazione del piano.
Il diessino Vincenzo Vita (ex sottosegretario alle Comunicazioni), pur giudicando positivo il varo del piano per le frequenze della tv digitale, si domanda perché non sia stato ancora applicato il piano analogico, ovvero quello che riguarda la tv attuale. L’applicazione del piano analogico, spiega Vita, significa il trasferimento delle televisioni sui nuovi siti, “se questo non avviene, si vanifica anche il piano per il digitale”.Vita sottolinea inoltre che “Il nuovo piano rischia di essere un semplice esercizio ingegneristico, privo di efficacia, se non c’è una vera normativa antitrust”.