Italia
Il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri ha rassicurato ancora una volta sul passaggio alla Tv digitale entro il 2006, come prevede il disegno di legge sul sistema televisivo che prevede nuovi limiti antitrust e porta la sua firma.
“…L’avvento del digitale risolverà una serie di problemi, anche in tema di pluralismo: ci saranno più canali e più spazi, quindi più editori e più contenuti”, assicura il ministro.
Gasparri vuole che il progetto diventi legge entro la fine del 2003 e che non ci siano ostruzionismi “…per ragioni di rancore e vendetta”, ha detto Gasparri ai cronisti a margine di una conferenza sul digitale a Roma.
Il disegno di legge che porta il suo nome è stato approvato dal consiglio dei ministri il 6 settembre scorso e approderà all’aula della Camera per essere votata a marzo.
“…Nella scorsa legislatura il centrosinistra discusse di una legge di sistema per quattro anni senza approdare a nulla, speriamo di essere più capaci e anche più fortunati”, ha commentato Gasparri.
Il disegno di legge abolisce il limite della legge Maccanico, per il quale nessun editore può crescere oltre il 30% in un singolo settore (carta stampata, radio o tv). Non ci sarà alcun divieto di incroci proprietari tra reti Tv e giornali, ma nessun editore potrà raccogliere oltre il 20% delle risorse complessive del sistema informativo in Italia.
“…Dobbiamo impedire il consolidarsi di oligopoli, non spezzettando quel che c’è, ma ampliando la base di produzione disponibile, il che ci permette di combattere il nanismo italiano che non ci fa competere nel mondo”.
Gasparri ritiene che il passaggio al sistema di trasmissione digitale dall’attuale analogico metterà a disposizione degli editori oltre 100 canali e aggiunge che “…Gli investitori aspettano però di vedere la nuova legge prima di scendere in campo”.
Il passaggio al digitale per il 2006 comporterà anche un’azione immediata di adeguamento ai nuovi standards.
La Rai dovrà realizzare la copertura di tutto il territorio nazionale per le trasmissioni in digitale, coprendo il 50% della popolazione entro primo luglio 2003, il 60% entro il primo gennaio 2004, l’80% entro il primo gennaio 2005.
L’opposizione di centrosinistra ha già condannato il progetto di riforma dell’attuale ministro.
Piero Fassino ha dichiarato che “…Quella di Gasparri è una legge pensata su misura per garantire a Mediaset una posizione di controllo del mercato Tv, con il tentativo di aumentare ancor di più il controllo del governo sulla Rai”.
Gasparri ribatte che la sua legge garantisce il pluralismo dentro la Rai, tanto che prevede l’elezione del presidente del Cda Rai solo dopo il voto favorevole dei due terzi della Commissione parlamentare di vigilanza, “….sottraendo la scelta all’arbitrio della maggioranza di governo”.
La legge Gasparri prevede inoltre che dal 31 gennaio 2004 possa iniziare la privatizzazione della Rai, anche se nessun azionista potrà possedere più dell’1% e nessun patto di sindacato potrà superare il 2%.
Dal 2006 la Rai potrà cedere anche rami d’azienda.