Europa
Saranno gli ISP a pagare i danni alle major discografiche, se non verrà arginato al più presto il fenomeno dello scambio illegale di files musicali su Internet.
E” quanto afferma Hillary Rosen, presidente e CEO della RIAA (Record Industry Association of America), l”associazione dell”industria discografica statunitense, che sottolinea come, per colpa della pirateria e del file-sharing, le vendite del settore continueranno a diminuire anche nel 2003. Secondo le previsioni, il calo sarà del 6% e sarà il quarto anno di declino consecutivo.
Ora la RIAA, dopo aver di fatto provocato lo scorso anno la morte di Napster e aver intentato cause legali contro tutti i siti che ne hanno adottato la filosofia, vuole intervenire alla radice del problema: colpendo cioè gli Internet Service Providers, colpevoli di continuare ad offrire agli utenti l”accesso ai siti di condivisione dei brani musicali.
L¿associazione dei discografici fa sapere che riterrà gli ISP responsabili di fomentare il fenomeno della pirateria non precludendo l”accesso ai siti illegali. “La domanda continua ad esistere solo perché qualcuno la soddisfa ancora e – minaccia la Rosen – noi riterremo i fornitori d”accesso responsabili”.
La dirigente RIAA propone varie alternative per risolvere il problema: prima fra tutte quella di imporre una specie di tassa che gli ISP dovrebbero poi far ricadere sugli utenti che frequentano i siti incriminati, “ma – dice Mario Mariani, senior vice president di Tiscali – il fenomeno non è così semplice da combattere. Il traffico peer-to-peer rappresenta dal 30% al 60% di quello totale ed è tecnicamente impossibile da controllare”.
L¿altra alternativa della Rosen è più conciliante e, soprattutto, rivolta alle major, tra cui tra cui Sony Music, Warner Music, EMI, Universal Music e BMG. Le case discografiche dovrebbero impegnarsi a sviluppare soluzioni per tutelare il copyright sulla musica digitale ead allentare le restrizioni sulle licenze, investendo allo stesso tempo nella promozione dei servizi di download a pagamento.
Quelli esistenti ora ¿ come Pressplay e MusicNet sponsorizzati da Universal e Sony ¿ sono schiacciati dalla supremazia dei discepoli del defunto Napster. Tra essi Kazaa e Morpheus che fanno della condivisione completamente gratuita il loro cavallo di battaglia e la loro fortuna.
Se, infatti, i responsabili dei due servizi sponsorizzati dalle majors si rifiutano di fornire cifre precise sul loro numero di clienti, Kazaa e Morpheus oltrepassano da tempo i 10 milioni di utenti registrati che scaricano ogni giorno, gratuitamente, scegliendo in un”infinita gamma di brani musicali.
Anche Kazaa sta, comunque, per passare i primi guai giudiziari: recentemente, infatti, una corte degli Stati Uniti ha stabilito che il sito, gestito dall¿australiana Sharman Networks, potrà essere giudicato per reati sulla violazione delle leggi sul copyright negli Stati Uniti, dove vengono effettuati migliaia di download al giorno.