Italia
Dalle pagine del Financial Times, Tobias Jones, tuona contro la Tv italiana e i suoi palinsesti.
L’articolo, comparso sull’inserto domenicale del quotidiano londinese ha un titolo alquanto inquietante: “Un inferno, la Tv italiana”.
Jones è anche autore di un saggio sull’Italia e Berlusconi, “The Dark Heart of Italy”, in cui denuncia una situazione, secondo lui, di caos allarmante, “…miscuglio di ricchezza e corruzione…”.
Il giornalista, che ha lavorato per qualche tempo in Italia, parla addirittura di “…scacco matto alla democrazia” da parte del premier italiano Silvio Berlusconi.
Jones, facendo zapping da un canale all’altro, si ferma a riflettere sui nostri programmi e sull’egemonia esercitata, secondo lui, da Berlusconi.
Si sofferma anche sulle trasmissioni domenicali “Domenica In” e “Buona Domenica” e dice, “…sembrano esattamente la stessa cosa…” con “…ragazze in bikini dappertutto…”, conclude.
Poi si lancia in una ironica descrizione dei termini “Letterine”, “Veline”, “Schedine” che “…alludono ai mini bikini di erotiche signorine che danzano ad intervalli diversi, mentre guardano il conduttore con sguardo ammiccante“.
“…Spesso -commenta Jones- sembra che in Italia non ci siano i break pubblicitari ma piccoli programmi tra gli spot…”. Ed evidenzia che ”Il 57% del budget pubblicitario italiano è speso sulla Tv contro il 23% della Germania e il 33,5% dell’Inghilterra“.
Jones esprime invece apprezzamento per il giornalista de La7 Gad Lerner, che viene definito “…il più intelligente degli anchorman italiani“.
L’autore dell’articolo mette poi il dito sul fatto che gli uomini che lanciarono la Tv in Italia negli anni ’50, come Mike Bongiorno e Raimondo Vianello, sono ancora ai loro posti “…E’ l’equivalente televisivo del Trasformismo: i tempi vanno avanti, i gusti cambiano ma i protagonisti del gioco rimangono esattamente gli stessi. Così come accade per i politici, nessuna personalità Tv va in pensione. Il che significa che l’Italia appare come una specie di gerontocrazia guidata da vacillanti vecchietti“.
In questo gioco al massacro, chi si salva secondo Jones? Il pubblico italiano.
“Gli italiani – dice l’autore – non guardano la Tv passivamente, in silenzio e concentrati come in Gran Bretagna ma in modo attivo. Gli spettatori italiani sono meno supini“.
Altra eccezione, è il giudizio su ”Blob”, “…un programma geniale, che prende in giro i poteri tele-politici“.
Nel lungo articolo c’è spazio anche per una riflessione sulla proposta di riforma del Ministro delle Comunicazioni e sulle dimissioni dei consiglieri d’opposizione del Cda Ra. “…Adesso – è la conclusione – Berlusconi ha davvero quasi il monopolio dei mass media italiani. Chiunque dica il contrario, seppellisce semplicemente la testa dentro il televisore“.
Immediata la replica del ministro Maurizio Gasparri, che riferendosi all’articolo sostiene “E’ un misto di bacchettonismo e di marxismo. Degno di un paese dove c’è ancora un ramo del Parlamento in cui gli uomini usano la parrucca…” e aggiunge ”…Dagli stralci che ho sentito mi sembra un articolo che è passato per errore dalla tipografia del ‘Manifesto’ a quella dell’inserto del giornale inglese. C’è molta spocchia e disinformazione in chi definisce ‘Buona Domenica’ e ‘Domenica In’ alla stregua di porno-soft”. ”Ma anche per il ‘Ft’ vale ciò che Enzo Biagi ha detto in generale per i giornali – aggiunge Gasparri -. Un giorno si leggono e il giorno dopo ci si incarta il pesce. In questo caso, se il pesce incontrasse questo articolo potrebbe sentirsi offeso…”.