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Microsoft ha presentato al Midem, il salone internazionale della musica, un nuovo programma contro la riproduzione illegale di CD.
L”iniziativa si colloca nel pieno della campagna contro la violazione del diritto d”autore, argomento particolarmente caro alle case discografiche.
Jay Berman, il presidente della Federazione internazionale dell”industria discografica (IFPI), ha dichiarato nell”occasione che sono 600.000 i lavoratori del settore musicale europeo che rischiano di perdere il loro posto se i discografici non vinceranno la battaglia contro la pirateria musicale.
L”industria musicale sta facendo i conti con il quarto anno consecutivo di calo delle vendite.
I dirigenti del settore danno la colpa alla diffusione dei servizi di file-sharing su Internet, come Grokster, Kazaa e Morpheus, a cui vanno aggiunte le attività delle organizzazioni criminali ma anche la produzione casalinga di CD.
Il Gruppo di Bill Gates pensa di aver trovato una soluzione che blocchi il calo delle vendite di dischi e fronteggi il dilagante fenomeno della pirateria di CD.
Il nuovo programma, battezzato Windows Media Data Session Toolkit, è stato presentato nella giornata di apertura del 37° International Music Market a Cannes.
Lo svantaggio di questo sistema è, però, che i CD protetti non possono essere letti dai lettori portatili, dall”autoradio o dal PC.
Questo per evitare che i pirati informatici violino con facilità il programma, come avvenne lo scorso anno con la tecnologia di protezione messa a punto da Sony Music.
E se già alcune delle majors più importanti a livello mondiale, come Universal Music e EMI, si sono dette soddisfatte, Barman ha voluto spostare l”attenzione su un altro aspetto.
Il presidente dell”IFPI ha accusato l”industria delle telecomunicazioni di boicottare la Direttiva sul diritto d”autore, che è passata a Bruxelles ma che non è stata ancora adottata da 13 membri sui 15 dell”Unione europea.
Una volta applicata, la direttiva imporrà ai fornitori di servizi Internet (ISP) di vigilare maggiormente sulla protezione dei materiali difesi dal copyright.
Gli ISP contestano che l”applicazione della normativa aumenterà i loro costi.