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Sarà processato oggi a Parigi l”ex presidente di Yahoo!, Timothy Koogle, con l”accusa di aver ospitato sul proprio sito un”asta nazista.
Koogle dovrà rispondere di “apologia di reato” ed “esibizione di uniformi, insegne o emblemi associati a crimini contro l”umanità″.
Sta per aprirsi uno dei processi più controversi dell”era di Internet, che coinvolge una molteplicità di temi, dalla libertà di espressione, ai limiti da imporre alla Rete, fino ai confini della legislazione nel cyber-spazio.
La denuncia contro Koogle è stata depositata due anni fa da una Associazione di ex-deportati nel campo di concentramento nazista di Auschwitz.
Il portale statunitense aveva provato a giustificarsi, dimostrando che non aveva organizzato in proprio la vendita, ma ne aveva solo permesso lo svolgimento.
Dalla Francia, però, sono arrivate diverse denunce. Koogle ha cercato per due anni di evitare il processo a Parigi, sollevando un vizio di procedura.
L”ex- presidente sosteneva che un tribunale francese non può giudicare un americano per presunti reati commessi negli Stati Uniti e che comunque, nell”epoca di Internet, una società come Yahoo!, operativa sul piano mondiale, non può essere assoggettata alle leggi di ogni singolo paese.
I giudici francesi, però, si sono dichiarati competenti, ritenendo che se il sito è accessibile in Francia deve sottostare alla legislazione francese.
La querelle della vendita all”asta dei cimeli nazisti tramite Yahoo! è già stata al centro di un grosso processo nel 2000, quando un tribunale parigino aveva ordinato alla società americana di rendere inaccessibile in Francia il sito dove si commerciavano i souvenir del periodo nazista.
A maggio del 2002 Yahoo! cercò di mettere a tacere le grosse polemiche sull”asta, annunciando il ritiro da tutte le Cyber-aste in sei paesi europei: Francia, Italia, Gran Bretagna, Germania, Spagna e Irlanda.
Si attende adesso l”esito di un processo che sicuramente creerà un precedente importante in materia di Internet e dei suoi operatori.