Stati Uniti
Vodafone ha smentito la notizia, circolata durante lo scorso fine settimana, riguardante la vendita della propria quota del 45% in Verizon Wireless all”azionista di maggioranza Verizon Communication.
Il colosso delle comunicazioni mobili non ha, quindi, intenzione di sfruttare l”opzione di vendita della propria quota che, da contratto, potrebbe far valere nel luglio di quest”anno o del 2004 e da cui, secondo il quotidiano The Independent, potrebbe ricavare circa 20 miliardi di dollari.
Vodafone, in base alle indiscrezioni, avrebbe ceduto la quota, ereditata in seguito alla fusione tra la propria divisione mobile americana e quella di Bell Atlantic e GTE, per poter acquistare la rete GSM di un concorrente americano.
Il quotidiano, citando non specificate fonti statunitensi, aveva lasciato intendere che Vodafone era interessata a Voicestream, controllata di Deutsche Telekom o ad AT&T Wireless Services, la cui quota di maggioranza è detenuta dall”operatore giapponese NTT DoCoMo.
Il portavoce di Vodafone ha smentito ogni indiscrezione, aggiungendo anche che la valutazione di 20 miliardi di dollari attribuita alla quota azionaria non è corretta. “C”è un procedimento attraverso il quale in teoria potrebbe essere valutata ma in questo momento non è possibile fare una valutazione su quella quota”.
Al momento Vodafone ha una posizione minoritaria nel mercato statunitense della telefonia mobile, mentre continua a stringere alleanze strategiche per confermare il proprio predominio su quello europeo: è di oggi, infatti, l”annuncio di un accordo esclusivo con Mobilkom, la divisione di telefonia mobile di Telecom Austria.
La notizia è stata resa nota in un comunicato in cui Boris Nemsic, ad di Mobilkom, precisa che l”accordo prevede la collaborazione nello sviluppo di prodotti comuni, nella gestione del marketing e nel roaming.
Poche settimane fa Vodafone aveva anche annunciato un prossimo avvicendamento al vertice: a luglio prossimo Sir Chris Gent verrà sostituito da Arun Sarin, attuale CEO di Accel-KKR Telecom ed ex presidente della divisione statunitense AirTouch.
La mossa è stata subito giudicata dagli analisti come un passo strategico per rafforzare la presenza del gigante anche negli Stati Uniti.