Internet: gli utenti pronti a spendere per i contenuti

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Europa



Secondo una ricerca condotta da Jupiter Research i navigatori europei sono pronti a pagare per i contenuti digitali, sfatando cos&#236 il mito di Internet come immensa fonte di materiale gratuito.

Il sondaggio ha riguardato 10.000 utenti Internet nel Regno unito, in Germania, Francia, Italia, Spagna e Svezia e ha dato risultati molto incoraggianti per i siti Internet a pagamento: gli utenti disposti a pagare per usufruire dei servizi on-line, si tratti di notizie, di file musicali o di videogiochi, sono passati dal 41% del 2001 al 47%.

Si calcola che i navigatori europei spenderanno 2,5 miliardi di euro da qui al 2007 per scaricare contenuti digitali, contro i 337 milioni di quest”anno. Jupiter aggiunge anche che i settori che stuzzicano maggiormente l”interesse dei navigatori sono molti: il 19% degli internauti si dice favorevole a pagare per scaricare musica dalla rete, contro il 16% delle scorso anno e il 13% sarebbe pronto a pagare per i contenuti video, contro il 3% del 2001. Per i giochi on-line si prevede, poi, una spesa media di circa 150 euro all”anno.

Gli utenti si stanno, quindi, abituando all”idea che il futuro della rete sar&#224 sempre pi&#249 caratterizzato da servizi a pagamento e questo “E” molto incoraggiante, soprattutto sul lungo periodo”, commenta Olivier Beauville, analista di Jupiter.

Gi&#224 da un paio d”anni, infatti, le aziende protagoniste della rete, dagli editori di quotidiani ai fornitori di accessi Internet, hanno cominciato a lanciare un”ampia variet&#224 di servizi in abbonamento con l”obiettivo di far aumentare le entrate, vista la crisi della pubblicit&#224 on-line.

I risultati, per&#242, finora non sono stati proprio incoraggianti: le major discografiche e i venditori hanno avuto pi&#249 di una difficolt&#224 ad imporre i loro servizi digitali a pagamento dopo il successo dei siti di condivisione libera dei file, come Napster Kazaa o LimeWire.

I ricercatori di Jupiter comunque avvertono: i proventi ottenuti dalla vendita dei contenuti digitali rappresenteranno si un”importante fonte di guadagno, ma difficilmente, almeno per il momento, potranno compensare le mancate entrate pubblicitarie.

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