La lunga marcia alla conquista del mercato cinese

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Sono rimasti delusi gli operatori stranieri che cercavano buone notizie sulle prospettive future del mercato cinese delle telecomunicazioni all” ITU Telecom Asia di questa settimana.

A margine di uno dei maggiori appuntamenti delle telecomunicazioni asiatiche, sono stati in molti a lamentarsi della lentezza nella liberalizzazione del settore e di un mercato ancora regolato da leggi inadeguate, a due anni dall”accordo col WTO che imponeva la graduale apertura agli investimenti stranieri.

La realt&#224 e che ad oggi, a parte AT&T presente sul territorio con una joint-venture, le aziende straniere sono relegate ai margini del mercato o intrappolate dalla mancanza di trasparenza nelle regolamentazioni.

Il discorso di Wu Jichuan, presidente di MII (Microsoft/IBM/Intel) Cina, sulla regolarit&#224 della competizione ed il bisogno di almeno quattro operatori sul mercato, insomma, non ha consolato nessuno.

Anzi, ha generato ancora pi&#249 pessimismo: “Non ci vogliono qui, sebbene nessuno lo dica apertamente”, dice un anziano dirigente di un”importante operatore mondiale. “Bisogna districarsi in laboriose trattative con il governo che di fatto impedisce l”applicazione degli accordi del WTO”.

Tipico esempio &#232 quello dell”operatore australiano Telstra, che da due anni cerca una soluzione per l”acquisto di una quota di maggioranza in un operatore locale, ma ad oggi la strategia non ha riscosso il successo sperato. Telstra ha comunque siglato un accordo a luglio con Shanghai General Electronics, un”azienda che fornisce servizi a valore aggiunto, come eMail, servizi on-line ed elaborazione dati.

Analisti ed operatori del settore sono, inoltre, preoccupati per l”incertezza in materia legislativa in Cina. Il presidente di un”azienda europea, parla di favoritismi verso un”azienda rispetto che altre, con chiaro riferimento a MII.

Chip Barton, presidente di AT&T Asia Pacific, conferma l”effettiva confusione del momento, ma &#232 convinto che la Legge sulle Telecomunicazioni, di prossima stesura, contribuir&#224 a fare chiarezza.

MII, tra l”altro, &#232 stata consultata durante la redazione del testo di legge. “Un governo che si consulta con l”industria”, aggiunge Barton, “vuole certamente assicurarsi da aver chiare tutte le prospettive prima di emanare una legge”.

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