Stati Uniti
WorldCom è giunta ad un accordo con la SEC per mettere fine a una parte delle grane legali seguite alla rivelazione, nel luglio scorso, di illeciti contabili per 9 miliardi di dollari.
Il secondo operatore americano a lunga distanza, presieduto da Michael Capellas, si è impegnato a non violare mai più le leggi borsistiche, a curare la formazione dei quadri dirigenziali del gruppo in modo da minimizzare i rischi futuri e a nominare un consulente specializzato (che dovrà essere avallato dalla SEC) per sorvegliare gli organismi di controllo interno.
WorldCom dovrà anche pagare una multa il cui totale deve ancora essere stabilito dal tribunale, ma che, secondo gli esperti, sarà commisurata ai 9 miliardi di dollari contabilizzati irregolarmente.
Il conto da pagare sarà, dunque, molto salato ma è il prezzo inevitabile per riacquistare la fiducia degli investitori e per emergere dalla bancarotta: gli analisti prevedono che ciò avverrà non prima del maggio 2003.
Quattro ex dirigenti del gruppo si sono già dichiarati colpevoli per il ruolo svolto nella truffa, resta da chiarire ora il ruolo di Bernard Ebbers, fondatore ed ex presidente dimessosi ad aprile, prima dello scoppio dello scandalo. L’accusa nei suoi confronti è di aver utilizzato un prestito di 408 milioni di dollari (concessogli dall’azienda) per scopi personali. Recentemente Ebbers ha reso noto che restituirà il prestito rinunciando alla pensione da 1,5 milioni di dollari all’anno.
WorldCom resta, comunque sotto inchiesta da parte del Congresso e dovrà affrontare le numerose cause civili intentate dai piccoli risparmiatori che hanno visto volatilizzarsi i loro risparmi di una vita.