Europa
In calo i risultati d”esercizio per il terzo trimestre 2002 per il gruppo francese di media e comunicazione Vivendi Universal (VU).
Il risultato EBIT è compreso tra 1.4 e 1.5 miliardi di euro, secondo quanto attestato dagli analisti, che attendono ancora che il gruppo chiarisca la propria strategia, a cinque mesi dall”allontanamento dell”ex presidente Jean Marie Messier.
Il gruppo, adesso presieduto da Jean René Fourtou, ha avviato un piano di cessioni delle attività non-core, tra le più importanti, la Pay TV italiana Telepiù, il polo editoriale europeo, il portale internet Vizzavi, la casa editrice Houghton Mifflin.
L”obiettivo è quello di ridurre l”indebitamento, che per il solo settore comunicazione è pari a 18 miliardi di euro, e far fronte alla crisi di tesoreria.
VU ha anche deciso l”uscita da Vivendi Environnement (VE), con la messa in vendita della metà della sua attuale partecipazione del 40.8%.
Fourtou si è impegnato a settembre a cedere 16 miliardi di euro di attività in 18 mesi e a portare l”indebitamento a 14 miliardi per la fine dell”anno.
Il gruppo ha anche confermato d”aver ricevuto dal magnate del petrolio americano Martin Davis, ex presidente degli studios Fox, un”offerta di 15 miliardi per gli assets americani di entertainment.
Per il momento Fourtou ha bloccato la trattativa, che potrebbe essere riaperta per l”inizio del 2003.
Messier aveva investito più di 30 miliardi di dollari per realizzare il polo americano, oggi diretto da Barry Diller.
Proprio Diller sarebbe un ostacolo all”eventuale vendita a Martin Davis, secondo la stampa americana.
VU inoltre è da diverse settimane sotto la pressione dell”operatore britannico di telecomunicazioni Vodafone, che vorrebbe riscattare la sua quota del 44% in Cegetel, filiale di telefonia, per 6.7 miliardi di euro.
Questo braccio di ferro è determinato dalla volontà di controllare la divisione di telefonia mobile di Cegetel, SFR, che presenta una tesoreria annuale di circa 1.2 miliardi di euro.
VU dovrà fare una controfferta di almeno 4 miliardi per rilevare le quote di minoranza di British Telecom (26%) e SBC (15%) e ha tempo fino al 10 dicembre per esercitare il suo diritto di prelazione.
Nel frattempo il gruppo ha emesso delle obbligazioni rimborsabili in azioni per un miliardo, operazione destinata a rafforzare i suoi fondi, migliorare il suo profilo finanziario e avere maggiore potere contrattuale con le banche.
Ma nonostante le manovre di salvataggio avviate da Fourtou, solo i propositi di cessione sono riusciti a far alzare il titolo, che ha perso più del 70% da gennaio.
Secondo gli analisti, questo deve essere interpretato come una volontà del mercato di accelerare lo smantellamento del gruppo.