Va a pezzi il Consiglio d`Amministrazione della Rai, dopo la notizia delle avvenute dimissioni di Luigi ¿anda e Carmine Donzelli, i consiglieri ulivisti.
Il prossimo ad uscire potrebbe essere Marco Staderini, consigliere vicino alle posizioni del presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini.
Staderini ammette che la situazione deve essere tenuta seriamente in considerazione, per tentare di ricomporre la gestione della Tv di Stato
¿anda e Donzelli hanno rassegnato le dimissioni con due lettere inviate al presidente, al collegio sindacale, ai vertici di Camera e Senato e alla commissione di Vigilanza.
Il caso si trascina ormai da mesi a partire dall`allontanamento dall`emittente pubblica di Enzo Biagi e Michele Santoro, ma ad essere determinante è stato il mancato accordo sulle nomine ai vertici Sipra e Rai fiction e per il coordinamento dei palinsesti.
La decisione adesso spetta a Casini e al presidente del Senato Marcello Pera, che hanno potere di nominare il Consiglio.
Il Presidente Pera ha intanto incontrato i consiglieri d`amministrazione Rai dimissionari e li ha invitati a un ripensamento.
Il colloquio a Palazzo Madama, molto sereno e cordiale, è durato circa un`ora, ma non ha prodotto alcun ripensamento da parte dei due.
Casini raggiunto telefonicamente in Brasile, ha dichiarato che considera molto grave il quadro che si è determinato e ha immediatamente fissato un incontro con Pera al suo ritorno, per tentare di sbrogliare la situazione.
Casini in una prima considerazione avrebbe dichiarato che se due persone serie come ¿anda e Donzelli hanno deciso di dimettersi, questo è un fatto che richiede la massima attenzione da parte delle autorità istituzionali.
Nel frattempo il presidente Rai Antonio Baldassarre continua imperterrito nel suo lavoro, sostenendo che “ognuno è libero di prendere le proprie determinazioni”, ma non per questo il lavoro dell`emittente pubblica può essere arrestato.
Nella riunione del Cda, con i tre membri rimanenti Staderini, Ettore Albertoni e il presidente Antonio Baldassarre, alla presenza del direttore generale Agostino Saccà, è stato approvato il nuovo contratto di servizio e rinviato alla prossima seduta le altre decisioni all`ordine del giorno.
Intanto dall`opposizione al Parlamento Piero Fassino dei Ds chiede il totale azzeramento dei vertici, per affrontare la più grave crisi che la storia della Rai ricorda.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si mantiene su posizioni molto diplomatiche.
Dall`altro verso il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, fa sapere di non aver condiviso il gesto di Donzelli e ¿anda, che secondo il ministro avrebbero lasciato per “non essere riusciti a lottizzare l`azienda”.
Il vice-premier Gianfranco Fini auspica che il Cda della Rai si ricomponga e che i consiglieri ritirino le loro dimissioni, perché la crisi della Rai non giova a nessuno.
Fini aggiunge che è probabile che le dimissioni siano dettate da ragioni più politiche che connesse all`andamento dell`azienda, a rafforzare questa posizione, conclude Fini, la richiesta del centrosinistra delle dimissioni dell`intero Consiglio Rai.
In tre cartelle e mezzo, ¿anda ha cercato di spiegare le sue ragioni, è il principale motivo sarebbe l`impossibilità di collaborare positivamente con il presidente Baldassarre e con il direttore generale Saccà, dei quali non sarebbe riuscito a comprendere quali siano gli ideali, la visione del futuro, le strategie operative e gestionali.
Alla luce di quella che è una situazione particolarmente critica della azienda.
La posizione finanziaria netta è peggiorata e per fine 2002 si preannuncia, scrive ¿anda, per il gruppo Rai un indebitamento più che quadruplicato rispetto alla stessa data dell`anno scorso.
Secondo il consigliere, la qualità dei programmi sarebbe molto discutibile, il rispetto del pluralismo sarebbe stato mortificato.
¿anda conclude facendo riferimento alle nomine ai vertici Sipra, Fiction e coordinamento dei Palinsesti, dove anche in questa occasione sarebbe prevalsa la logica della maggioranza, con il rifiuto dei nomi di Angelo Guglielmi e Giuseppe Cereda.
Il consigliere chiuderebbe la lettera specificando che questo episodio non costituisce il motivo delle dimissioni, ma sarebbe soltanto l`ultima conferma di un metodo di gestione che se non verrà immediatamente modificato produrrà ancora molti danni alla Rai.