La crisi del 3G

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Europa



La decisione di imporre agli operatori mobili europei uno standard tecnologico unico (il w-cdma) avrebbe dovuto avere l¿effetto di rinforzare la leadership del vecchio continente nel settore tecnologico, come fece a suo tempo il GSM.
In realt&#224 il risultato ottenuto &#232 stato proprio l¿opposto. La causa &#232 molto semplice: lo standard W-CDMA non ne vuole sapere di funzionare. E cos&#236 gli operatori, che gi&#224 si erano svenati per acquistare licenze del valore di svariati milioni di euro, si trovano di fronte un altro ostacolo che, di fatto, blocca il lancio dei servizi 3G. Quei servizi che, secondo le previsioni, dovevano rappresentare la miniera d¿oro delle telcos del nuovo millennio.

Da un rapporto recentemente pubblicato da Morgan Stanley, si ricava che i leader del settore tecnologico sono, attualmente, Asia e Stati Uniti, mentre l¿Europa &#232 all¿ultimo posto. Nei due Paesi in pole-position, per&#242, lo standard in uso &#232 il CDMA2000, che funziona a meraviglia ma &#232 off-limits per gli operatori nostrani che continuano a sollevare critiche riguardanti il dettaglio, puramente tecnico, se il CDMA2000 sia, o no, 3G. Ma questo agli utenti poco importa visto che oltre 17 milioni di persone in Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti utilizzano i cellulari che supportano lo standard.

In Europa, invece, si sta assistendo ad un susseguirsi di rinvii e abbandoni: Sonera, l¿operatore nazionale finlandese, col supporto dei cellulari della Nokia, avrebbe dovuto lanciare i servizi 3G il 26 settembre, ma il lancio &#232 stato ritirato nell¿imbarazzo generale, perch&#233 i telefonini praticamente non funzionano. E lo stesso &#232 accaduto pi&#249 o meno nel resto d¿Europa in quanto la maggior parte delle societ&#224 non sono state in grado di rispettare le scadenze stabilite all¿acquisto delle licenze. Sempre Sonera, in luglio, aveva deciso di abbandonare la joint-venture con l¿operatore spagnolo Telefonica Moviles per lanciare i servizi 3G in Germania, congelando investimenti per 9 miliardi di dollari. Orange, controllata mobile di France Telecom, ha fatto richiesta ai regolatori Svedesi di poter posticipare la consegna dei lavori al 2006, mentre Tele2, operatore mobile svedese, sta minacciando di abbandonare gli investimenti se non fossero rivisti i termini delle licenze. In Spagna le aziende stanno facendo pressioni per ottenere il rimborso dei depositi pagati per le proprie autorizzazioni.

La difficolt&#224 che nessuno riesce a superare risiede nell¿incompatibilit&#224 tra gli apparecchi mobili prodotti da un¿azienda e le reti di supporto fornite da altre. Poich&#233 gli operatori usano attrezzature dotate da produttori diversi, il 3G potr&#224 prendere piede soltanto quando si risolver&#224 questo problema, ma potrebbero volerci almeno altri due anni e diversi milioni di investimento.

L¿ostacolo non &#232 dei pi&#249 facili da aggirare: perch&#233 gli utenti dovrebbero, infatti, spendere dai 700 ai 1000 euro (secondo H3G) per acquistare telefonini inutilizzabili.
La Commissione Europea ha cercato di venire incontro alle telcos in crisi approvando un decreto per permettere la condivisione delle reti e quindi delle relative spese di costruzione e gestione. Se, per&#242 le scadenze dovessero subire ulteriori posticipi, non rimarrebbe alto che rivedere i termini d¿acquisto delle licenze che sono state vendute all¿asta oppure aprire all¿utilizzo di altri standard più funzionali del w-cdma.

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