Europa
L¿operatore via cavo UPC ha deciso di aprire la procedura di fallimento per il gruppo.
UPC, che ha la sua sede principale ad Amsterdam, ha reso noto che il provvedimento riguarda sia le unità negli Stati Uniti che quelle nei Paesi Bassi.
Intanto il la società ha dichiarato che dovrà prima avviare un piano di ristrutturazione, che ha come obiettivo primario di ridurre il suo stato di insolvenza.
La decisione di mettere la società in fallimento, permetterà di trovare un accordo con gli obbligazionisti, non favorevoli al piano di ristrutturazione.
I termini di questo accordo saranno definiti all¿interno del memorandum d¿intesa già aperto in luglio.
Saranno coinvolti nella trattativa i principali creditori e la UnitedGlobalCom (UGC), principale azionista del gruppo UPC.
La UGC è una filiale di Liberty Media, società presieduta da John Malone.
Al termine del business plan di ristrutturazione la divisione di Malone erediterà un pacchetto del 65‰ dell¿azionariato.
Gli altri obbligazionisti avranno il 32.5‰ del capitale, mentre gli azionisti avranno solo il 2‰.
Questo provvedimento, avrebbe fatto sapere un portavoce della società, permetterà di alleggerire il bilancio di 5.2 miliardi di euro di debiti.
Il paino di ristrutturazione, in ogni caso, dovrà essere completato per il primo trimestre del 2003.
Intanto per quel che riguarda la UGC, la Bnp Paribas ha costretto Vivendi Universal a rilevare la quota del 16‰ che detiene nel distributore cinematografico francese facendo valere una opzione di vendita del 1995.
A rivelarlo è il giornale economico francese ¿Les Echos¿, che ha anche sottolineato che Paribas Affaires industrielles, partecipata di Bnp Paribas, ha chiesto a VU di acquistare la sua partecipazione del 16‰ per circa 50 milioni di euro.
L`opzione di vendita, precisa il quotidiano, è stata esercitata lo scorso 5 luglio, due giorni dopo le dimissioni di Jean-Marie Messier e mentre Vivendi stava negoziando con la banca per ottenere una nuova linea di credito e evitare l`insolvenza.