Italia
Il Summit sulla Comunicazione organizzato dall”Istituto di Economia dei Media si è concluso giovedì 16 gennaio con due interessanti sessioni. La prima, moderata dal consigliere della Fondazione Rosselli, Claudio Roveda, ha visto la partecipazione di Maurizio Dècina, del Politecnico di Milano; Arturo Artom, presidente e a.d. di Netsystem; Pierre Musso, dell”Università Rennes 2; Aldo Roveri, dell”Università “La Sapienza” di Roma; Giulio Sapelli, presidente del Centro per la cultura d”impresa e Università di Milano; Paolo Vigevano, capo segreteria tecnica e Consigliere del ministro per l”Innovazione e le Tecnologia.
Artom ha parlato del recente accordo stipulato fra Netsystem e Telecom Italia per offrire “Alice via satellite” nelle zone non coperte della rete fissa Adsl. “Netsystem – ha affermato Artom – sta allargando il proprio mercato in tutta l”Europa. Vogliamo vincere la sfida della larga banda via satellite non soltanto nei paesi dell”Est, ma anche in mercati importanti, come Germania, Spagna, Francia”.
Giulio Sapelli ha incentrato il suo intervento sulla necessità di un “nuovo approccio al mondo delle tecnologie” e sulla “incapacità delle imprese ICT di capire cosa vuole il mercato”.
L”intervento del professor Aldo Roveri è stato tutto basato sulla illustrazione delle possibilità di interoperabilità tra le varie piattaforme tecnologiche e standard di comunicazione.
Il Consigliere del ministro per l”Innovazione e la Tecnologia, Vigevano, ha sottolineato quanto le nuove modalità di comunicazioni siano entrate ormai a far parte della vita quotidiana, citando anche la proposta di Lester Turow di iniziare a scrivere la parola “Internet” con la i minuscola, al pari di altri termini come telefono, gas, luce, ecc.
Il Summit si è quindi avviato alla conclusione con una tavola rotonda, moderata dal giornalista Antonio Calabrò, alla quale hanno preso parte Francesco Caio, a.d. di Netscalibur; Umberto de Julio, presidente di Blixer; Renato Soru, presidente di Tiscali; Giuseppe Venturi, a.d. di Cisco Systems Italia; il professor Sandro Frova dell”Università Bocconi di Milano. La tavola rotonda ha ospitato anche gli interventi del presidente dell”Antitrust, Giuseppe Tesauro e del presidente dell”Authority per le Comunicazioni, Enzo Cheli.
Francesco Caio ha sottolineato come, oggi, l”Italia presenti una straordinaria domanda di tecnologia ma pochissima offerta. “Abbiamo un ruolo primario nel Wto – ha detto Caio – perché consumiamo molti telefonini, lettori Dvd, eccetera, ma non siamo in grado di offrire tecnologia”.
Il professor Frova ha ipotizzato, per il futuro delle tlc italiane, una situazione di oligopolio, con la rimanenza sul mercato di quattro imprese. Per quanto riguarda l”Umts, Frova ha affermato che “starà in piedi solo se i margini di guadagno saranno adeguati”.
Per Stefano Venturi, Internet è stato visto finora come “un grande disintermediatore”. Ma la maggior parte delle piccole e medie imprese italiane non si avvale delle nuove modalità di transazione offerte dalle tecnologie. Venturi ha poi citato dei numeri significativi: le aziende che utilizzano l”ebusiness sono appena l”11%, ma in questo modo hanno riportato un risparmio di 9 mld di euro, pari allo 0,89% del Pil nazionale. Un dato importante su cui riflettere.
Per de Julio, in Italia oggi la telefonia fissa soffre di una situazione fortemente sbilanciata. Parlando delle tlc italiane, de Julio ha poi affermato che “Nel nostro Paese ci sono tanti piccoli operatori che potrebbero dare un contributo al consolidamento in atto.”
Accalorato, come sempre, l”intervento di Renato Soru, che ha elogiato il regime di concorrenza e difeso la sua azienda dalla qualifica di “reseller”. “Saremmo dei reseller perché utilizziamo la rete di accesso di Telecom Italia dalla centrale di zona fino a casa dell”utente?”, ha affermato con decisione Soru, chiedendo di non dimenticare che Tiscali, come Isp, fa tutto il resto, collegando il Pc del navigatore alla rete nazionale, poi a quella internazionale e mondiale. Ma deve pagare la maggior parte dei suoi introiti all”operatore dominante. “Mi piacerebbe – ha concluso Soru -, alla vigilia dell”allargamento europeo, che l”industria italiana crescesse e non combattessimo più per spartire quel poco che abbiamo in casa”.
All”intervento di Soru si è riagganciato il presidente dell”Antitrust, Tesauro. “Non lo avevo mai conosciuto, è simpaticissimo, un vero figlio della concorrenza, non so se dell”Antitrust italiano, ma di certo della concorrenza”, ha affermato. Tesauro ha detto anche che, prima di fissare i criteri di riduzione programmata e pluriennale delle tariffe telefoniche fisso-mobile, sarebbe opportuno fissare un prezzo base a livello europeo, in base al valore delle best practice.
“Per questo – ha aggiunto Tesauro – sarebbe opportuno un confronto europeo che fissi un prezzo base. Limitarsi ai dati forniti dagli operatori non sarebbe il modo migliore per effettuare il confronto. Non sarebbe sufficientemente corretto”.
L”Autorità per le Comunicazioni si appresta infatti a varare il provvedimento di taglio delle tariffe fisso-mobile. Su questo è intervenuto anche il presidente Cheli. “E” ragionevole – ha detto – il termine di metà febbraio per l”approvazione della delibera che taglierà le tariffe delle telefonate tra fisso e mobile”, precisando che ormai sono arrivati tutti e due i pareri attesi, dall”Antitrust italiana e da quella europea. Cheli ha poi concluso il suo intervento e la tavola rotonda con una nota di ottimismo: “Io credo – ha affermato – che l”attuale crisi sia di carattere congiunturale, non strutturale”.