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Indagine Nielsen: più della metà dei consumatori nel mondo si sente in sovrappeso

Mondo


Nielsen,  l’azienda leader mondiale nelle misurazioni e analisi relative ad acquisti e consumi, a utilizzo e modalità di esposizione ai media, ha rilasciato oggi un nuovo rapporto secondo il quale più della metà dei consumatori nel mondo (il 53%) si considera in soprappeso e il 59% ha difficoltà nel comprendere le etichette nutrizionali sulle confezioni dei prodotti alimentari.

 

La Global Nielsen Survey 2011 di Nielsen condotta intervistando oltre 25.000 navigatori internet in 56 Paesi del mondo  ha evidenziato che circa la metà dei consumatori (il 48%) sta cercando di perdere peso e di questi, più di due terzi (il 78%) si è sottoposto a una dieta.

 

“I consumatori in tutto il mondo hanno in mente una sana alimentazione e i produttori di beni di consumo confezionati hanno l’opportunità di aiutarli. Etichette nutrizionali “consumer-friendly” possono essere un potente strumento di marketing in quanto i consumatori aspirano ad avere informazioni di facile comprensione” ha dichiarato James Russo, Vice President Global Consumer Insights di Nielsen.

 

 

Confusione sulle etichette

 

Lo studio Nielsen evidenzia che quasi sei su dieci consumatori di tutto il mondo (il 59%) hanno difficoltà a comprendere i valori nutrizionali sulle confezioni alimentari e il 52% comprende le etichette solo “in parte”. Il 41% degli intervistati globali “comprende la maggior parte dei i valori nutrizionali delle  etichette, meno rispetto al 44% del report Nielsen del 2008. Il 7% afferma di non comprenderle affatto.

 

I consumatori del Nord America mostrano la maggior capacità di comprensione (57%). Il 58% degli intervistati statunitensi dichiara di comprendere le informazioni rispetto al 49% dei canadesi. Al contrario i consumatori in Asia Pacifico mostrano il più basso livello di comprensione del valore nutrizionale sulle etichette, con meno di un terzo (il 31%) che dichiara di comprenerle.  I risultati dello studio Nielsen evidenziano che la confusione è maggiore nel mondo di lingua cinese e in altri Paesi del Sud Est asiatico, con maggiori livelli di conoscenza in India, Australia e Nuova Zelanda.

 

I consumatori europei sono divisi. Rispetto alla media europea del 45% che segnala una forte comprensione dei valori nutrizionali sulle etichette, si passa dal valore più alto del Portogallo con il 60% al 31% dei consumatori francesi. In Italia il 59% dei consumatori ha indicato di comprendere appieno le informazioni sulle etichette dei prodotti alimentari.

 

 

I consumatori mostrano scetticismo sulla salute

 

Lo studio Nielsen evidenzia che gli intervistati globali sono scettici circa l’accuratezza e la credibilità delle indicazioni sulla salute che trovano sulle confezioni degli alimenti, come ad esempio “basso contenuto di grassi” e “tutto naturale”.  Su 10 categorie di contenuti nutrizionali esaminati (*), più di due terzi degli intervistati globali dichiara che le informazioni nutrizionali non sono mai o sono solo qualche volta degne di fiducia.

 

Le informazioni sulle calorie sono le più affidabili a livello globale ed europeo:  il 33% degli intervistati ritiene che il conteggio delle calorie sia sempre preciso e il 58% le trova talvolta accurate.

 

Le vitamine e i grassi contenuti sono rispettivamente al secondo e al terzo posto come informazioni più credibili. Se la media europea segue il trend globale (35% calorie, 26% vitamine e 25% grassi), i consumatori italiani reputano sempre accurate le informazioni relative alla freschezza (31%), all’importazione (28%) e alle vitamine (27%).

 

 

I consumatori chiedono supporto per il conteggio delle calorie sui menù dei ristoranti

 

Più della metà degli intervistati in Europa (il 53%) vorrebbe che i ristoranti fast food includessero sempre nei menù le informazioni sul conteggio delle calorie e le informazioni nutrizionali, il 41% se lo aspetta dalle catene di ristoranti mentre la percentuale scende al 35% per i ristoranti gestiti privatamente.

Gli italiani, sempre attenti al benessere e alla linea si distinguono dai colleghi europei per l’alta percentuale di consumatori che ritiene importante la possibilità di controllare le informazioni nutrizionali sui menù: il 65% nei fast food, il 55% nelle catene di ristoranti e il 44% nei ristoranti privati. 

 

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