Italia
Il caso Bip Mobile ha dimostrato che il mercato della telefonia mobile presenta ancora “buchi” di non tutela per i consumatori.
“Non basta garantire la portabilità verso un altro operatore – dichiara Pietro Giordano, Presidente nazionale di Adiconsum – se non viene anche garantito il diritto di ricevere il cosiddetto credito residuo, ossia i soldi spesi per l’acquisto del credito telefonico sulla ricaricabile, non utilizzato“.
Nella vicenda Bip Mobile gli unici a rimanere a “bocca asciutta” sono i 220.000 consumatori rimasti senza linea.
L’attuale stato di insolvenza di Bip Mobile comporta, infatti che:
• il credito residuo, incassato preventivamente da Bip Mobile con il pagamento delle ricaricabili e trattenuto nel proprio patrimonio, non sarà trasferito;
• gli indennizzi dovuti non saranno pagati
• i consumatori non potranno richiedere/ottenere neanche i risarcimenti per i danni eventualmente subiti.
“Adiconsum auspica – continua Giordano – provvedimenti da parte di Agcom per ridare credibilità al Mercato della telefonia mobile e concretezza alle delibere assunte, in particolare rispetto a trasparenza informativa, portabilità e credito residuo, avviando al contempo un’indagine sui gestori mobili virtuali“.
“Adiconsum auspica, inoltre – prosegue Giordano – che le aziende di TLC riconoscano il credito residuo o in alternativa, come buona pratica commerciale, accordino un bonus di equivalente valore, dimostrando che i consumatori rappresentano davvero un valore, e non solo in termini economici, ma anche di responsabilità sociale di impresa“.
La vicenda di Bip Mobile ha messo in luce come il sistema delle ricaricabili largamente diffuso tra i consumatori, perché ritenuto “sicuro”, presenti dei limiti e come i consumatori siano i soli a pagare le conseguenze.
“Adiconsum propone – prosegue Giordano – che sia costituito un Fondo attraverso l’accantonamento di un centesimo a ricarica. Questo meccanismo garantirebbe tutele reali per il futuro“.