Italia
“I protagonisti del futuro digitale dell’Italia sono già fra noi: portano avanti in nuovi modi la tradizione imprenditoriale ed artigiana del nostro paese, inventano prodotti e servizi, studiano nelle nostre scuole. E’ il momento di fare luce su questo mondo in fermento e di costruire intorno a loro un sistema-paese che li supporti, con l’apporto di imprese, istituzioni e mondo della formazione“. Questo il messaggio che Bruno Lamborghini, presidente di AICA (Associazione italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico) ha lanciato oggi in apertura del cinquantesimo Congresso Nazionale dell’associazione, in corso fino al 20 settembre presso il Campus di Fisciano dell’Università di Salerno.
Il congresso, tradizionale momento di incontro e di presentazione delle più rilevanti esperienze legate all’ICT nel nostro paese, quest’anno affronta il tema delle “Frontiere Digitali: dal Digital Divide alla Smart Society” ; l’intento è di fare luce sui molti modi in cui il nostro Paese può prepararsi ad un futuro di crescita socio-economica intelligente, sostenibile ed inclusiva, mettendo in evidenza i fenomeni più rilevanti per l’innovazione abilitata dal digitale, in settori nuovi e tradizionali della nostra economia e società.
Il programma del Congresso ruota su molti temi, tra i quali citiamo le Frontiere Digitali, i FabLab, le competenze digitali, le potenzialità di Big Data, Open Data e Analytics – che sono oggetto delle sessioni plenarie, con relazioni e testimonianze di livello internazionale. Ampiamente rappresentato anche il settore istituzionale, con i rappresentanti dell’Agenzia per l’Italia Digitale e della Cabina di Regia per l’Agenda Digitale chiamati a fare il punto sull’avanzamento del percorso, ed a confrontarsi con il mondo delle imprese e della formazione per costruire nuove opportunità di raccordo e coordinamento.
“Quest’anno puntiamo l’attenzione sulle esperienze che attraverso la tecnologia possono costruire nuovi modelli di sviluppo economico e industriale” ha spiegato Lamborghini. ” Abbiamo organizzato il Congresso in collaborazione con un Ateneo prestigioso, situato nel nostro Sud Italia ed in particolare con un dipartimento che unisce gli studi informatici e di management, perché crediamo profondamente nella possibilità di usare la tecnologia – e la parallela e necessaria diffusione di competenze digitali adeguate allo scenario – come leva per uscire dalle secche che ci confinano agli ultimi posti nelle classifiche di competitività e di innovazione. Lo dimostrano già le esperienze protagoniste delle sessioni plenarie e del programma scientifico”.
La prof.ssa Genny Tortora, professore di Informatica dell’Università di Salerno e Chair del Congresso ha spiegato “Nel corso dei tre giorni ricercatori, docenti, professionisti e dirigenti di università, personale di enti di ricerca, aziende e istituzioni impegnate nel settore ICT metteranno a confronto la propria visione e le proprie proposte per la crescita, in risposta e in accordo alle strategie europee per la ricerca e l’innovazione: penso all’iniziativa faro “Unione dell’Innovazione”, al programma Horizon 2020“.
In questo contesto saranno cruciali i concetti di cittadinanza digitale e di attivismo civico digitale. “Creatività, cooperazione, partecipazione sono le nuove frontiere per un’idea innovativa di sviluppo economico e sociale. Non è casuale che “crescita” e “crisi” abbiano un comune prefisso: la necessità di superare la crisi offre opportunità di rilancio all’intera nazione, in particolare grazie ai nostri giovani che creano imprese innovative nel campo dell’information technology. Questo processo ha sicuramente bisogno delle più avanzate infrastrutture tecnologiche, ma ancora di più ha bisogno di essere alimentato dalle risorse dei tanti “cervelli” di qualità che nel nostro Paese tradizionalmente non mancano“.
Il fattore Competenza
In apertura del Congresso, fortissimo è stato anche il richiamo al “fattore Competenze”. Per fare in modo che il potenziale di crescita che il digitale applicato in ogni campo possa sprigionarsi in modo duraturo ed inclusivo, è essenziale che si diffondano la consapevolezza di tali opportunità e le competenze che mettano gli individui, le imprese e le istituzioni in grado di coglierle. Il messaggio che AICA lancia è rivolto sia al mondo della formazione sia al mondo imprenditoriale – ed ha al centro un valore: il riconoscimento e la certificazione delle competenze, a garanzia del fatto che siano adeguate, aggiornate, valide a livello internazionale – e quindi confrontabili, riconoscibili e spendibili nel contesto globale di cui il nostro paese fa parte.
“AICA oggi si propone sempre più come naturale polo di aggregazione di una vasta comunità professionale in costante dialogo con il contesto internazionale, per promuovere nel mondo delle imprese e delle istituzioni la conoscenza degli strumenti oggi disponibili per “accelerare” con il digitale: certificazioni informatiche professionali e sistemi di competenze; scenari ed evoluzioni tecnologiche; conoscenza delle risorse disponibili e delle possibilità di accedervi, sia a livello locale sia a livello “macroscopico” – come ad esempio il piano europeo Horizon 2020” ha ribadito Lamborghini. “Tutto questo sarà sempre accompagnato dalle nostre attività per la scuola e l’università, nel quadro della più che decennale collaborazione con il MIUR“.
Chair del Congresso AICA 2013 è la professoressa Genny Tortora, dell’Università degli Studi di Salerno; è affiancata come co-presidenti da Stefano Levialdi, dell’Università La Sapienza di Roma e da Bruno Lamborghini, presidente di AICA.
Il programma completo è disponibile online sul sito http://www.aica2013.it