Innovazione tecnologica e scienze cognitive: Fondazione Rosselli presenta Laboratorio di idee per la Città di Torino

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La Fondazione Rosselli compie 25 anni nel 2013. In questo quarto di secolo lo sviluppo di Torino ha rappresentato il principale obiettivo delle sue attività di ricerca. Come “think tank” per le politiche pubbliche la Fondazione Rosselli ha contribuito a definire gli obiettivi e gli strumenti per lo sviluppo di Torino quale polo dell’economia e della società della conoscenza. Come istituto di ricerca ha fatto diventare Torino il centro di alcune importanti innovazioni nelle scienze economiche e sociali, come l’economia cognitiva e la neuroscienza.

 

Ha promosso la nascita di alcuni network scientifici internazionali come la Herbert Simon Society, la rivista Mind & Society e la Triple Helix Association, oltre ad essere il riferimento di varie reti tematiche dell’Unione Europea e dell’OCSE, con la istituzione di una Biblioteca ad essa dedicata. E’ ufficio della Foundation for Italian Art and Culture di New York e ha avviato una collaborazione con il Robert Fitzgerald Kennedy Center per sviluppare insieme progetti nell’ambito dell’awareness sui diritti umani e sull’individuazione di nuove metriche di misurazione della realtà socioeconomica.

 

Durante la conferenza di presentazione delle prossime attività alla presenza del Sindaco della Città di Torino Piero Fassino, del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo, degli assessori Elide Tisi, Enzo Lavolta, Ugo Perone, del Rettore dell’Università di Torino Ezio Pelizzetti, oltre a quella di numerosi altri rappresentanti delle istituzioni ed enti pubblici, degli istituti di ricerca e di cultura e delle aziende torinesi, la Fondazione Rosselli intende rimarcare con una serie di proposte specifiche il suo contributo per lo sviluppo di Torino quale città internazionale della conoscenza e della cultura.

 

Questi anni di studio e di ricerca sulle innovazioni tecnologiche e sulle scienze cognitive hanno portato la Fondazione a comprendere che i cambiamenti paradigmatici già avvenuti, e quelli tuttora in atto, vanno ben interpretati e soltanto successivamente si può pensare a modelli di “governo” che rendano possibile la gestione dei nuovi e più complessi livelli di realtà in cui oggi tutti noi viviamo.

Lo scambio, la collaborazione, la transdisciplinarietà, l’integrazione e l’interazione sono scelte obbligate, non più il frutto di un illuminato sapere.

 

Il confronto con i nuovi linguaggi che sono nati e che stanno oggi nascendo, con il senso ed il significato delle parole e degli enunciati che in essi vivono è uno dei compiti che abbiamo per realizzare concretamente il futuro possibile. QUI copia integrale della presentazione.

 

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