Italia
Fa ancora discutere la proposta presentata dalla Lega Nord e approvata il 6 marzo scorso dalle Commissioni Affari costituzionali e Attività produttive della Camera sulla disaggregazione dei servizi di accesso alla rete fissa di Telecom Italia. Qui di seguito il comunicato stampa dell’associazione Asati – che riunisce i piccoli azionisti di Telecom Italia – secondo cui la proposta “va assolutamente respinta”, anche perchè presenta profili di incostituzionalità, contravvenendo all’art. 42 della Costituzione.
“I parlamentari leghisti Fava e Saglia che hanno proposto l’emendamento sulla separazione dei costi di manutenzione della rete di accesso di Telecom Italia denotano una totale incompetenza in materia; e plaudono anche all’approvazione (verosimilmente provvisoria) di questo provvedimento con farneticazioni ed argomentazioni che suscitano ilarità – peccato che usino il Parlamento e non un teatrino padano. Sarebbe quindi vano ogni tentativo di spiegare loro fatti tecnici, economici e normativi.
Eppure – si legge nel comunicato ASATI – ci possiamo provare così: supponiamo che Telecom Italia sia proprietario di un edificio in centro adibito ad albergo; molte stanze le affitta direttamente ai suoi clienti, ed in base alla legge vigente affitta altre stanze ad “equo canone” alle agenzie di viaggio che ne fanno richiesta, le quali a loro volta le affittano ai loro clienti ricavandone un utile. L’edificio risale alla prima metà del 900, è stato via via ampliato e ristrutturato, all’inizio degli anni ’90 l’allora proprietario SIP investì oltre 40.000 miliardi di lire in 4-5 anni per rifare completamente alcuni piani pericolanti (ossia la rete in rame a suo tempo obsoleta perchè fatta con cavi a coppie di rame isolati in carta ed aria). Tra l’altro all’epoca c’era un ricco signore (la ASST, Azienda di Stato per i servizi telefonici) che si era dichiarata pronto ad investire per rifare tutti i piani pericolanti (ossia mettere i soldi al posto della SIP per rifare la vecchia rete di accesso); ma il vero proprietario SIP con grandi sforzi economici riuscì da solo in quel notevolissimo sforzo finanziario. E Telecom Italia continua a provvedere a tutti i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria, corrente elettrica, ascensore, condizionamento, pulizie, portiere e sicurezza, etc. etc..
Ebbene, oggi il sindacato delle agenzie di viaggio dà mandato di rappresentanza in Parlamento ad alcuni onorevoli per infilare nel “decreto semplificazioni” un emendamento che riduce del 30% l’equo canone, adducendo come ratio che dall’equo canone vanno scorporati i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria, quali i costi dell’ascensore, della corrente elettrica, della tinteggiatura della facciata, etc. perchè sono costi eccessivi, perchè le agenzie di viaggio possono provvedervi meglio da sole, perchè il palazzo è vecchio ed è quindi da ritenersi un bene della collettività e via discorrendo.
Ma cosa importa se poi l’ascensore si ferma o se nessuno ripara l’impianto elettrico ? e se qualcuna entra nella vostra stanza di notte perchè il portiere è stato licenziato (v. la sicurezza da intrusioni o intercettazioni telefoniche) ? ma cosa è la qualità del servizio ? ma cosa sono questi costi per impianti condivisi ? ma chi è questa Autorità che stabilisce l’equo canone in base anche a regole dell’Unione Europea ? ….. tutte invenzioni dei monopolisti duri a cedere il passo al nuovo che avanza ! Abbassiamo questo equo canone e sarà un grosso passo avanti per la liberalizzazione dell’economia del nostro Paese ! si risparmiano mille miliardi e cresce anche il PIL e si riduce lo spread !
E’ una farsa assurda – conclude il documento – che ASATI si augura venga riportata presto sul terreno della serietà e della professionalità, come ci aspettiamo da persone serie quali l’attuale Governo Tecnico con una ovvia rettifica al Senato“.