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l’Osservatorio Salute di AstraZeneca: indagine in Europa e USA su ‘salute e innovazione’

Italia


AstraZeneca presenta oggi la seconda edizione dell’Osservatorio Salute, un’indagine quali-quantitativa di ISPO che confronta il grado di innovazione percepito nel campo della salute in Italia, Spagna, Gran Bretagna, Germania e USA e misura con cadenza periodica i comportamenti degli italiani e il loro interesse a “star bene”, attraverso l’Indice di Attenzione verso la Salute (IAS).

 

Questa seconda edizione dell’Osservatorio Salute offre una fotografia ad ampio spettro su cinque ambiti: 1) innovazione; 2) percezione dei progressi e dei traguardi raggiunti nel campo della salute; 3) interesse per le notizie dei progressi e l’abitudine a tenersi informati sul tema; 4) valutazione del sostegno fornito all’innovazione nel campo della salute; 5) implicazioni sociali dell’innovazione.  

 

Secondo gli intervistati di Italia, Spagna, Gran Bretagna, Germania e USA, il concetto di innovazione viene preferibilmente associato a tre settori più rappresentativi, quali, nell’ordine, informatica, farmaceutica e telecomunicazioni.

 

“Sono lieto che la ricerca farmaceutica rientri nella triade dei settori più innovativi — dichiara Raffaele Sabia, Vice President Medical AstraZeneca Italia. – L’innovazione, intesa come creazione di nuova conoscenza e di progresso per il singolo e la comunità, è, infatti, fortemente connaturata al nostro settore. La scoperta di un nuovo farmaco è il risultato di una lunga e complessa attività di ricerca e sviluppo, caratterizzata da una componente altamente tecnologica e molto onerosa in termini temporali ed economici.”

 

Alcune differenze di pensiero tra i diversi Paesi emergono quando si parla dei progressi raggiunti nel campo della ricerca medico-scientifica, della ricerca farmaceutica e delle nuove terapie: gli italiani sono senz’altro più ottimisti dei più cauti anglosassoni e statunitensi.

Il disaccordo si manifesta, invece, chiaramente quando si parla dei progressi fatti in campo terapeutico: quasi 6 italiani su 10 affermano che in tutti e cinque gli ambiti considerati “sono stati fatti, negli ultimi anni, molti o almeno abbastanza progressi”. Negli altri Paesi la quota è, invece, pari a circa 2 su 10. Nel dettaglio, la percezione nei diversi Paesi indagati ha evidenziato che gli anglosassoni sono i più scettici (uno su tre ritiene che in nessuno dei cinque ambiti menzionati ci siano stati progressi); stessa cosa per americani e tedeschi.

Inoltre, in tutti i Paesi indagati si rileva un sostanziale ottimismo rispetto al livello di innovazione e ricerca raggiunto nella cura delle malattie cardiovascolari e di quelle gastrointestinali. Più cauta l’opinione rispetto alla cura delle malattie respiratorie e di quelle oncologiche.

 

Renato Mannheimer, Presidente ISPO, aggiunge – Al di là della percezione di innovazione, però, solo il 6% degli italiani e degli spagnoli dichiara di tenersi molto informato sui progressi nel campo della salute e in questi paesi è anche minore la consapevolezza sul processo di sviluppo di un nuovo farmaco (in particolare dei tempi necessari). La percentuale degli informati sale, invece, in UK (10%) e negli States (14%) fino ad arrivare alla Germania dove un terzo degli intervistati dice di tenersi molto aggiornato. Programmi televisivi, siti internet e quotidiani sono, infine, i tre mezzi più utilizzati in materia e solo in Germania e Spagna, per quasi un intervistato su due, troviamo i consulti con gli specialisti fra le prime tre opzioni.

 

Per quanto riguarda gli investimenti nel campo della salute, le risposte più positive ci arrivano da Germania e Stati Uniti: il 63% dei tedeschi e il 53% degli statunitensi affermano che nel proprio Paese si investe abbastanza a favore di ricerca e innovazione nel campo della salute, anche se in tutti i Paesi presi in esame è comunque molto alta la quota di chi ritiene che si debba investire di più, indipendentemente dalla quantità di fondi già erogati. La pensano così, infatti, 9 intervistati su 10.

 

Sulle tempistiche di sviluppo di un nuovo farmaco, non tutti, invece, sanno dare una pronta risposta. In Italia e Spagna si tende a sottostimare il tempo necessario per sviluppare un nuovo farmaco, mentre gli intervistati dei Paesi anglosassoni e della Germania hanno le idee più chiare: almeno cinque anni affinché la molecola possa conseguire l’approvazione e la conseguente immissione sul mercato.

 

Infine, l’idea che sostenere la ricerca nel campo della salute debba essere un obiettivo prioritario vede accordo unanime in tutti e cinque i Paesi considerati. Importanti differenze emergono però nelle opinioni dei diversi intervistati: in Spagna e in Italia prevalgono affermazioni più positive riguardanti l’innovazione nel campo della salute come sinonimo di guarigione dalle malattie e la convinzione che chi se ne occupa agisca per il bene della società. Posizioni più critiche sono invece espresse in Germania e negli USA dove rispettivamente l’85% e il 73% degli intervistati afferma che le innovazioni sono orientate più al profitto che al miglioramento della salute delle persone.

 

“AstraZeneca ha una storia di ricerca e innovazione lunga 70 anni durante la quale sono stati sviluppati farmaci d’eccellenza e che ha visto tra i ricercatori impegnati nelle attività di R&S, sette vincitori del premio Nobel per la Chimica e per la Medicina – conclude Sabia. L’innovazione, intesa sia in senso endogeno (ricerca e sviluppo per nuovi farmaci) sia esogeno (motore per lo sviluppo dell’intero sistema sanitario nazionale) è dunque uno dei pilastri portanti della nostra mission.”

 

Indice di Attenzione verso la Salute (IAS)

Sostanzialmente in linea con quanto rilevato lo scorso trimestre, lo IAS evidenzia come, in quest’ultima parte dell’anno, la salute continui a essere uno degli aspetti più importanti della vita degli italiani. Decisamente positive sono giudicate le relazioni familiari, quelle con gli amici e la vita di coppia. Uno stile di vita sano e una dieta equilibrata sono le strategie adottate da più dell’80% del popolo italiano per mantenersi in salute.

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