Italia
Leggono in media 9 libri in un anno, tre volte in più della media. Sono i non vedenti e gli ipovedenti come emergono da un’indagine condotta per conto dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e dell’Associazione Italiana Editori (AIE), in collaborazione con la CNUDD (Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità).
La ricerca, realizzata dall’Università Bicocca di Milano e presentata a Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria al Palazzo dei Congressi dell’Eur, è condotta su un campione di 1.505 persone (la più estesa mai condotta tra i Paesi Europei). Ed è stata svolta nell’ambito del progetto LIA (Libri Italiani Accessibili), che punta a rendere disponibili a inizio 2013 tremila titoli di narrativa e saggistica, di cui 2mila di autori italiani, 500 di autori stranieri e 500 da realizzarsi ad hoc su richiesta dei potenziali utenti. Il progetto (la scheda è in allegato), tra i più avanzati a livello internazionale, è finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, all’interno del “Fondo in favore dell’editoria per ipovedenti e non vedenti“.
I risultati della ricerca
Il 59,1% di non vedenti e ipovedenti ha letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti (contro il 46,8% della media della popolazione italiana). E sono anche lettori più assidui rispetto alla media (il 31,3% legge libri tutti i giorni!!), soprattutto dei diversi generi di narrativa, non disdegnando la saggistica di cultura e professionale.
Oggi scelgono ciò che è disponibile nel 46,7% dei casi. E ciò che è disponibile è ancora poco e si ottiene spesso con tempi lunghi anche un mese, causa la conversione dei titoli in formati accessibili.
Scelgono formati digitali nel 30% dei casi: i formati digitali (txt, doc e pdf) sono sempre più spesso i preferiti, rispetto a Braille e testo a caratteri ingranditi, in particolare dalla fasce dei più giovnai (18-34nni ma anche 35-50nni).
E dove li comprano? Da librerie, anche online, tramite prestiti e scaricandoli (gratuitamente) da internet: per procurarsi libri accessibili prediligono librerie (nel 41,7% dei casi), anche online (20,5%), prestiti da biblioteche specializzate (30,7%) o se li scaricano (gratuitamente) da internet o se li scambiano tra amici.
“LIA costituisce un progetto strategico se si pensa che in Italia vivono circa 362mila non vedenti e circa un milione di ipovedenti, secondo i dati Istat – ha spiegato Marco Polillo, presidente dell’Associazione Italiana Editori, che coordina il progetto -. Questa iniziativa, che si colloca all’avanguardia anche nel panorama internazionale e che vede la collaborazione dei principali rappresentanti dei soggetti interessati (editori e organizzazioni che rappresentano i disabili visivi), punta ad offrire ai ciechi e agli ipovedenti, nel rispetto del diritto d’autore, la possibilità di accedere negli stessi tempi e con grande ampiezza di scelta all’offerta editoriale“.
“Il progetto del libro italiano accessibile (LIA) costituisce una tappa essenziale, dopo 190 anni dalla ideazione del metodo Braille, per l’accesso dei Ciechi e degli Ipovedenti alla lettura, poiché estende la cultura del libro accessibile dalla ristrettissima cerchia dell’editoria per disabili visivi alla generalità degli editori – ha commentato il segretario generale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Orlando Paladino. – Il progetto LIA, infatti, diffonde fra gli editori la consapevolezza di un vasto pubblico, fin qui ignorato, assetato di lettura (come l’indagine ha dimostrato) e la conoscenza degli strumenti attraverso cui i disabili visivi accedono alla lettura. Mi piace qui ricordare che il metodo, ideato da Louis Braille, trasformato in informatico, è ancora oggi lo strumento più completo e versatile con cui i disabili visivi possono accedere all’editoria digitale“.