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Novità per gli sviluppatori di applicazioni cloud da Google Enterprise: un database SQL, capacità storage potenziate e nuove API a supporto della creazione di applicazioni aziendali innovative…100% web
La divisione Enterprise di Google ha annunciato una serie di nuovi servizi cloud indirizzati agli sviluppatori che vogliono creare applicazioni personalizzate in grado di funzionare nella nuvola. Attualmente sono oltre 200mila nel mondo e per loro Google ha potenziato il preesistente insieme di Cloud Services.
Google App Engine Premier
La novità più rilevante annunciata oggi è la disponibilità di Google App Engine Premier, che introduce anche nell’ambiente di sviluppo di applicazioni cloud Google App Engine (come già nelle Google Apps for Business) la garanzia di disponibilità (uptime) del 99,95% e la possibilità di creare un numero illimitato di applicazioni per il proprio dominio Google Apps al costo di 500 dollari al mese.
“Questo annuncio fa di App Engine in una soluzione Platform as a Service dotata della garanzia di stabilità indispensabile per le aziende e apre la strada a un mondo di applicazioni verticali in grado di funzionare nell’ambiente Google Apps for Business“, spiega Gabriele Carzaniga, Regional Sales Engineer Manager SEEMEA di Google Enterprise.
“Per dare un’idea di cosa si può fare con Google App Engine, basti pensare che questa è l’infrastruttura tecnologica che ha supportato la valanga di accessi al sito Royal Weddings sulle nozze di William e Kate, senza nemmeno un secondo di crash“, aggiunge Luca Giuratrabocchetta, country manager di Google Enterprise Italia.
Google Cloud SQL
La seconda novità – della quale è stata annunciata per il momento annunciata solo una preview limitata – è Google Cloud SQL – Your database in the cloud.
Google Cloud SQL è il primo database cloud proposto da Google e introduce un familiare database relazionale a supporto delle applicazioni sviluppate con App Engine. Per ora, è disponibile gratuitamente. Gli sviluppatori che vogliono provarlo possono richiederlo a Google compilando un modulo.
Google Cloud Storage
Un’altra novità riguarda Google Storage for Developers, introdotto per la prima volta l’anno scorso come prodotto sperimentale e che ora esce dai Lab e si presenta con un nuovo nome – Google Cloud Storage – e con nuove funzionalità di interesse per gli sviluppatori, quali la possibilità di leggere e scrivere file mediante le App Engine Files API. Inoltre, è stato introdotto un nuovo pricing per la capacità storage del prodotto, che consente risparmi fino a più del 40%.
“Anche questo è un annuncio indirizzato agli sviluppatori di applicazioni cloud, non agli utenti finali, se non indirettamente, cioè relativamente ai benefici che potranno avere dall’impiego di applicazioni sviluppate con questa soluzione Infrastructure as a Service di Google“, commenta Luca Giuratrabocchetta.
Google Prediction API
L’ultima novità è relativa a Google Prediction API, della quale viene annunciata ora le release 1.4 che, tra le cose più rilevanti, introduce il supporto di PMML v4.01 e la data anomaly detection.
“Un esempio di come questo strumento possa essere utilizzato è il caso di Ford, che lo impiega per la ricerca sui comportamenti dei guidatori al fine di sviluppare veicoli a maggiore efficienza nei consumi di carburante. Google Prediction API può essere usato, ad esempio, anche per gestire la proposta e i suggerimenti agli utenti su portali e-commerce“, spiega Gabriele Carzaniga.
“Leggendo sotto le technicality di questi annunci possiamo chiaramente vedere una conferma dell’ampliamento della proposta cloud di Google al di là del puro software as a service, per abbracciare anche il platform e l’infrastructure as a service, per un’offerta cloud matura e pronta per le aziende, che possono trarre vantaggio dalla potenza e scalabilità dei Cloud Service di Google senza però la complicazione del deployment delle applicazioni…e non è certo finita qui: stay tuned!“, conclude Luca Giuratrabocchetta.