Italia
Interoute SpA, divisione italiana dell’operatore pan-Europeo di telecomunicazioni presente in 29 paesi, conferma per i primi sei mesi del 2011 il trend di crescita del fatturato del 2010, che si è chiuso con un utile ante imposte di 1,45 milioni di euro – valore più che raddoppiato rispetto ai risultati del 2009. Un momento di crescita aziendale che si riflette anche nei dati dichiarati dalla casa madre, Interoute Communications Ltd, il cui margine operativo lordo (EBITDA) nei primi sei mesi del 2011 è salito a 29.4 milioni di euro, registrando anche un incremento del fatturato del 20% rispetto allo stesso periodo del 2010, arrivando così a quota 167 milioni di euro. Un aumento complessivo dovuto alla capacità di rispondere alla crescente domanda di servizi a banda larga delle grandi imprese internazionali.
“La crescita di Interoute Spa nel 2011 deriva da un’ormai consolidata espansione strategica della rete verso i mercati e le economie emergenti che hanno facilitato la chiusura di importanti accordi commerciali, – afferma Simone Bonannini, AD della società – tra cui quelli recentemente conclusi con Gulf Bridge International (GBI), uno dei principali operatori privati del Medio Oriente. Questi accordi ci vedono impegnati nella realizzazione di una delle più significative e avanzate infrastrutture nel mondo delle comunicazioni fra Europa, Medio Oriente e Africa. In questo scenario l’Italia ha un ruolo fondamentale, simile a quello giocato nella geografia politica degli anni ’70. Se in quel periodo fungevamo da “cerniera” e da raccordo tra “blocchi” diversi, oggi siamo certamente il crocevia delle vie di comunicazioni fra i 3 continenti. Questo è un elemento molto importante per la crescita dell’economia italiana che nell’epoca della globalizzazione deve rivolgersi ai mercati esteri e in particolare a quelli dell’economia cosiddetta emergente. Siamo da sempre convinti che non si possa perdere il ruolo strategico che la nostra posizione geografica ci offre naturalmente e ci stiamo impegnando concretamente in questo senso.”
“Oggi più che mai le tlc sono la portante dello sviluppo economico del futuro – prosegue Bonannini – e Interoute continua ad investire capitali e risorse proprie nell’ampliamento di una rete di nuova generazione che mette a disposizione delle aziende e degli altri operatori che non hanno infrastrutture equivalenti. Nonostante la crisi e l’assenza di serie politiche economiche volte a favorire crescita ed investimenti, abbiamo raddoppiato i nostri utili, esteso la rete, assunto nuove persone, allargato il portafoglio dei servizi sia all’estero che in Italia. Siamo una realtà efficiente che produce utile e crea opportunità contando sulle proprie forze, sulla visione di un management giovane e motivato (noi non abbiamo bisogno di ricambi generazionali, l’età media della filiale italiana e inferiore ai 40 anni) che guarda oltre i confini nazionali per creare opportunità in Italia“.
“In questo contesto – chiosa Bonannini – la possibile estensione della Robin Tax al nostro settore minerebbe la crescita delle aziende che producono risultati positivi, anche in termini di ritorno di imposte, e reinvestono gli utili nella creazione di infrastrutture e posti di lavoro. Introdurre nuove tasse oggi ad un settore determinante per la crescita del paese significherebbe non solo danneggiare delle aziende, ma ridurre ancora il potenziale di crescita del sistema paese e la competitività di cui tanto si parla, ma per la quale ben poco il Governo italiano sta facendo“.
Nel contesto del mercato odierno, penalizzato da una crisi economico-finanziaria generale in cui la ripresa si deve realizzare investendo in ricerca, innovazione e flessibilità, Interoute gioca un ruolo fondamentale nel supporto allo sviluppo dell’infrastruttura informatica e delle telecomunicazioni messe al servizio di una sempre maggiore competitività delle imprese. Servizi IT gestiti “as a service”, videoconferenza e telepresence, VPN e sicurezza basate su un’infrastruttura all’avanguardia sono gli elementi che permettono a Interoute di essere il partner adeguato per le imprese impegnate nella sfida della globalizzazione.