Teleperformance: SLC-CGIL, ‘Servono garanzie industriali e impegni reali. Il Governo deve fare la propria parte’

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Si è svolto l’incontro in sede amministrativa presso il Ministero del Lavoro tra l’azienda Teleperformance e le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, UGL-TLC e SIGLA (sindacato autonomo), in relazione agli oltre 1400 licenziamenti annunciati dalla multinazionale francese.

Alla luce della convocazione del Ministero dello Sviluppo Economico a cui parteciperà anche il Ministero del Lavoro, il prossimo 21 giugno, come SLC-CGIL abbiamo ribadito la nostra posizione e abbiamo riportato la posizione espressa in un documento sottoscritto da oltre il 70% dei lavoratori: non siamo disponibili ad iniziare dalla “coda dei problemi”, cioè a discutere solo esclusivamente di come trasformare i 1464 licenziamenti in altrettante casse integrazioni a zero ore (per di più in deroga), per poi trovarci tra qualche mese nelle stesse condizioni. Si tratta di avere un piano industriale vero in grado di rilanciare l’azienda e di riportare lavoro in Italia“. Così dichiara Alessandro Genovesi, Segretario Nazionale di SLC-CGIL al termine dell’incontro al Ministero del Lavoro.

Incontro che, su richiesta della maggioranza delle RSU (in particolare di SLC-CGIL, UGL Tlc e sindacato autonomo) è stato rinviato a dopo l’incontro in sede di Ministero dello Sviluppo.

Dobbiamo infatti raccontare i fatti per come stanno – continua Genovesi – evitando facili strumentalizzazioni da parte di chi non vuole dire tutta la verità: un anno fa, come Sindacato e lavoratori di Teleperformance di Roma, Fiumicino e Taranto, abbiamo accettato enormi sacrifici, con tutti e 3000 i dipendenti messi in contratto di solidarietà al 50% dell’integrazione. Questo a fronte dell’impegno della multinazionale francese di valorizzare le sedi italiane e di portare lavoro nel nostro Paese. Questi impegni non sono stati mantenuti anzi, per decisione assunta a livello di Corporate a Parigi, la multinazionale ha vinto commesse in Italia (Alitalia, Sky, ecc.) per portarle scientificamente in Albania, dove opera un’azienda al 100% di Teleperformance Italia“.

Chiediamo allora di sapere la verità: l’azienda ha deciso di lasciare il nostro paese, morendo lentamente e condannando i lavoratori ad una continua cassa integrazione in deroga? E’ mai possibile che, a fronte di denaro pubblico concesso in cambio di impegni precisi, in presenza di una loro sistematica violazione, nessuno dica nulla? E’ mai possibile che solo ai lavoratori e ad una parte del Sindacato interessi salvaguardare il diritto alla privacy di centinaia di migliaia di clienti italiani cui dati identificativi, estremi bancari e di carte di credito, vanno in Paesi definiti dalla Commissione Europea “inaffidabili”?

Come SLC-CGIL – continua il sindacalista CGIL – ribadiamo che siamo pronti a discutere di ulteriori sacrifici, che siamo e saremo sempre un’organizzazione responsabile, ma questo sarà possibile solo dopo il rispetto degli impegni presi, solo dopo garanzie certe, esigibili e verificabili del rientro in Italia delle commesse spostate in Albania. Insomma pronti a sederci al Ministero del Lavoro, ma solo se si avranno garanzie che i sacrifici chiesti non siano inutili“.

Altrimenti si chiamino le cose con il loro nome ed i tanti “Soloni” che oggi si apprestano a dare consigli ai lavoratori dicano che, tra chiamare alla responsabilità Teleperformance ed i suoi grandi committenti (e fare così, a nostro parere, gli interessi generali del Paese e dei lavoratori) o creare un nuovo bacino di giovani cassaintegrati di professione, un nuovo bacino di futuri Lavoratori Socialmente Utili, si preferisce questa secondo strada più breve e “apparentemente” facile“.

Noi come SLC-CGIL prima di consegnare una generazione alla perenne trattativa per avere ogni sei mesi la proroga della cassa integrazione straordinaria, prima di consegnare centinaia lavoratori del sud alla disperazione, alla raccomandazione verso il potente di turno per un lavoretto magari para pubblico, vogliamo provare a fare il nostro mestiere. Lavorare per un rilancio dell’azienda, impegnarci per avere volumi di attività, per vivere cioè anche gli ammortizzatori sociali per quelli che dovrebbero essere: un’assistenza momentanea per favorire la ripresa dell’azienda, non una “nuova droga” che accompagni il declino del settore“.

Su questo – conclude SLC-CGIL – il Governo deve fare la propria parte fino in fondo: intervenendo tanto nello specifico della vertenza, chiamando i committenti e TP alle proprie responsabilità e pretendendo garanzie industriali reali, quanto nell’affrontare quei nodi strutturali (a partire dalle gare al massimo ribasso e dalle delocalizzazioni) che stanno condannando un settore alla crisi. Da più di un anno come SLC-CGIL lo stiamo dicendo: quante vertenze come quelle di Teleperformance, quante migliaia di posti di lavoro persi occorrono, perché ognuno faccia il proprio dovere?“.

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