Italia
Ad Asati risulterebbe che alcuni Azionisti di Telco, starebbero in queste ore alla ricerca di un AD per il prossimo triennio. Tenuto conto dei risultati raggiunti nell’ultimo anno in cui e’ stata definita la strategia internazionale , l’Azienda complessivamente e’ stata messa in sicurezza, i parametri economico-finanziari sia del bilancio sia del nuovo piano triennale, hanno ricevuto l’apprezzamento delle agenzie di rating, buoni rappoprti sono stati stabiliti con le Autorita’ di settore e con le rappresentanze sindacali, siamo sorpresi che dagli azionisti di Telco vengano ipotesi di discontinuita’. Dopo la disastrosa gestione del periodo 2001-2007, siamo sicuri che gli attuali Vertici, riconfermati, dovranno agire a tutela delle minoranze promuovendo le necessarie e ormai improcrastinabili azioni di responsabilità. E’ evidente a chiunque non voglia chiudere gli occhi, che dietro la possibile decisione di Generali e Mediobanca di non confermare l’attuale AD Franco Bernabè alla guida di Telecom Italia non ci sono nè ragioni industriali nè ragioni finanziarie,quanto piuttosto quello di assicurare l’impunita’, attraverso il mancato esperimento di una azione di responsabilita’ nei confronti di coloro che hanno governato l’azienda nel periodo 2001-2007.
Franco Bernabè, pur ostacolato in ogni possibile modo anche dentro Telecom Italia, ha avuto il coraggio di scoperchiare alcuni dei vasi di pandora della malagestio e anche delle illegalita’ della passata gestione. Questa è la colpa che non gli sará perdonata? C’é da temere ora, come purtroppo era prevedibile, che giunga la vendetta(societariamente parlando) e la ritorsione di coloro che, oggi come ieri, hanno evidentemente solo interesse a coprire gli immani illeciti del recente passato e garantire l’immunità per chi, come i passati vertici di Telecom, siede ancora, con immeritato onore, nello stesso salottino buono del capitalismo provinciale di relazione che pretende di comandare in Italia.
Se il disegno di estromissione di Bernabè dovesse andare in porto, andrà perduta anche la speranza di una sana etica ed efficiente gestione di Telecom che per certo ripiomberà nella palude degli interessi di bassa bottega anche personali di coloro che oggi, da azionisti, stanno solo simulando di perseguire gli interessi di una grande multinazionale come Telecom.
In conclusione Asati propone con assoluta convinzione l’attuale gestione dell’Azienda, affiancando,al Presidente e all’AD , due direttori generali, scelti all’interno della struttura organizzativa, al fine (come ha affermato un importante Azionista di TI e da Asati condiviso) di sbrigare “la routine quotidiana“. A contrario, una discontinuita’ della gestione creerebbe un forte disagio nelle risorse interne dell’Azienda che negli ultimi anni hanno visto nelle principali posizioni aziendali manager e vertici esecutivi che hanno fatto l’interesse piu’ dei loro referenti che degli stakeholders.