Italia
Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Cagliari, con la preziosa collaborazione della FPM (Federazione contro la Pirateria Musicale) e della FAPAV (Federazione anti Pirateria Audiovisiva) ed in stretta cooperazione con altri Reparti del Corpo sul territorio nazionale, hanno condotto l’operazione denominata “Little Angel“, grazie alla quale è stata posta off line la più vasta rete di diffusione e messa in condivisione in rete di film ed opere cinematografiche in violazione alle norme sul copyright.
Le investigazioni, iniziate nel febbraio 2010 e coordinate dal Dott. Giangiacomo Pilia, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, hanno riguardato la nota piattaforma www.linkstreaming.com, la quale, al termine delle indagini, è stata resa inaccessibile agli utenti dai finanzieri.
Il sito internet, al primo posto nel panorama nazionale per numero di visitatori ed al quale gli internet service provider inibiranno futuri tentativi di accesso, è ora tecnicamente irraggiungibile da parte dei net user italiani che hanno utilizzato il portale per la visione in streaming ed il download di film posti illegalmente a disposizione del pubblico, gran parte dei quali, come recentemente “Avatar” ed attualmente “Green Zone”, in contemporanea programmazione nelle sale cinematografiche.
Oltre ad opere filmiche, il sito forniva illecitamente la disponibilità di videogames, clip, movies e video musicali, come il noto “This is it” della rock star Michael Jackson.
Presente anche sul noto social network Facebook con circa 16.000 iscritti, la comunità di internauti che si servivano della piattaforma www.linkstreaming.com sarebbe costituita solo in Italia da centinaia di migliaia di net user.
Secondo dati ufficiali, le perdite generate dalla pirateria in Europa nel solo 2009 ammontano per Stati ed imprese del settore a circa 13 miliardi di euro di mancati ricavi; il fenomeno avrebbe generato, nello stesso periodo temporale, la perdita di oltre 250 mila posti di lavoro nel settore dell’entertainment.
Anche nel Cagliaritano come nelle altre zone del Paese, se ne sono risentiti i perniciosi effetti, soprattutto in capo alle società di videonoleggio e vendita al pubblico di opere cinematografiche e musicali, soppiantate dall’alternativa tecnologica, comoda e soprattutto gratuita, fornita dal sito www.linkstreaming.com, individuato dagli investigatori grazie ad un attento monitoraggio della rete e degli ambienti frequentati dagli internauti e dal pubblico dei più giovani (forum, istituti scolastici, siti universitari, etc.), iniziato sin dal novembre del 2009.
Nonostante il sito fosse allocato su server ubicato in Svezia e quindi sottratto alla giurisdizione italiana, la soluzione tecnica adottata dalla Guardia di Finanza e dall’Autorità Giudiziaria cagliaritana, è tesa a garantire l’impossibilità, per gli amministratori del portale, di proseguire nell’illecita attività.
Nel complesso, sono state eseguite 6 perquisizioni e si è operato in 3 differenti regioni della Penisola, nei confronti dei vari amministratori del sito oggetto di investigazione, rese possibili grazie all’osmosi di collaborazione con la FPM (Federazione contro la Pirateria Musicale) e la FAPAV (Federazione anti Pirateria Audiovisiva) e grazie alla stretta cooperazione con i Nuclei di Polizia Tributaria di Roma, Torino e Reggio Calabria e la Compagnia di Gioia Tauro (RC). E’ stato, inoltre, notificato il decreto di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. di Cagliari, del sito www.linkstreaming.com a tutti gli Internet Service Provider (ISP) operanti in Italia.
Allo stato, 6 persone sono indagate per aver divulgato al pubblico attraverso internet opere dell’ingegno protette dal diritto d’autore; gli indagati rischiano ora la pena della reclusione da 1 a 4 anni e la multa da euro 2.582 ad euro 15.493 per violazione della legge n. 633 del 1941 e succ. mod., art. 171 – ter, comma 2, lett. a) bis.
La Guardia di Finanza di Cagliari provvederà ora a quantificare il giro d’affari ed i guadagni illegalmente conseguiti dai gestori del sito attraverso la fitta pubblicità ospitata sui propri frequentatissimi spazi web, ambiti dagli operatori commerciali per la spiccata visibilità che il sito assicurava ai loro prodotti e servizi nei confronti del grande pubblico della rete.