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Firmato accordo bilaterale Italia-Usa su Cattura e Stoccaggio di CO2

Italia


A seguito della firma ufficiale dell’Accordo Bilaterale Italia-USA sulle tecnologie a bassa incidenza di carbonio in atmosfera, si è svolto ieri, presso la Sala Pirelli dell’Istituto del Commercio estero, l’atteso convegno scientifico “Leading Low-Carbon Technology in Italy and the United States: moving research from laboratory to the market” sulle ultime novità delle politiche energetico-ambientali, con particolare riferimento alla Cattura e Stoccaggio di anidride carbonica (CO2 ) ed alle tecnologie di trasporto su auto-vettura e bio-fuels. Le sessioni di lavoro sono state dedicate al trasferimento tecnologico dalle istituzioni di ricerca pubbliche al mercato, ai partenariati pubblico-privati, al ruolo degli investimenti privati nella diffusione su vasta scala delle tecnologie a basso contenuto di carbonio, ai finanziamenti da parte delle banche, governi ed imprese per la promozione delle tecnologie pulite.

Fedora Quattrocchi, responsabile dell’Unità funzionale di geochimica dei fluidi, stoccaggio geologico e geotermia dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ha moderato la discussione Italia- USA sullo strategico nascente mercato della Cattura e Stoccaggio di CO2 (CCS). La ricercatrice ha voluto stimolare la discussione sull’importanza di abbattere i costi degli impianti di cattura di anidride carbonica e le diverse strategie comunicative verso la politica e i cittadini. La scienziata si è confrontata con gli esperti americani presenti al convegno sulle modalità del passaggio da stoccaggio di CO2 per produrre più petrolio (Enhanced Oil Recovery) a quello per abbattere le emissioni di una centrale elettrica a carbone (che sono dieci volte superiori).

Sono seguite le presentazioni dei progetti ed investimenti ENEL e le ultime novità scientifiche CCS dei laboratori del DOE (Department of Energy) presentate da Peter McGrail, ingegnere nucleare ora invece accreditato manager CCS del PNLL negli USA. Interessante la presentazione di “Ansaldo Fuel Cells” sulle nuove prospettive CCS per le centrali a Gas Naturale con il sistema “Molten-Carbonate Fuel Cells“.

Una nuova sfida per i produttori di energia elettrica ad emissioni zero ?
La discussione – dice la moderatrice Quattrocchi – è stata frizzante e stimolante come sempre accade con il Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente, Corrado Clini, sempre presente in situazioni di accordi con l’America“.
Inoltre l’esperto in bioenergia, Scott Baker ha parlato di biotecnologie per aumentare la produzione dei bio-fuels nell’Ambito del “Biomass program” del Pacific NorthWest National Laboratory (PNNL), uno dei più importanti centri di ricerca del Department of Energy (DOE).

Guido Saracco, Prof. del dip. di scienze dei materiali e ingegneria chimica del Politecnico di Torino, ha illustrato il “Biosolar Lab” per la produzione di combustibili liquidi.
Infine il rettore del Politecnico di Torino, Prof. Francesco Profumo, ha fatto da moderatore della sessione sulle novità nell’auto-trazione pulita.
Presente Rinaldo Rinolfi di Fiat Ricerca, che ha illustrato le ultime novità che avranno forti ricadute di mercato anche per il nascente accordo Italo-americano sull’auto. Giorgio Tizzoni, Direttore del centro di ricerca sulla auto-trazione della Ohio State University ha mostrato le ultime novità USA sul “Plug-in Hybrid Vehicle Technology” per le auto elettriche a lungo raggio, con la trasmissione Allison e convertitori elettrici di ultima generazione, con una diminuzione dello consumo del 40% per autoveicoli con dispositivi elettrici e sistemi di innesco plug-in per la ricarica.

Sono stati illustrati dalla Fiat Ricerca i sistemi di iniezione elettronica Multijet II e Multiair dei prototipi Euro 6 Diesel ed i diesel ibridi a bassissime o nulle emissioni di CO2 e bassissimi consumi, nonché l’iniezione Spark della Fiat e si è parlato dei potenziali del bio-metano e dell’evoluzione verso le auto a idrogeno con un mixing del 30 % di idrogeno e metano con un ulteriore 11% di riduzione di CO2.

Chiediamo a Fedora Quattrocchi che orizzonti apre questo nuovo accordo bilaterale e quali sono i progetti CCS tra INGV e i laboratori del Department of Energy:
La prima interazione è sulla modellizzazione geochimica congiunta delle capacità di stoccaggio di basalti e serpentiniti (rocce basiche con grandi capacità di intrappolamento mineralogico di CO2), segue poi un confronto Italia-USA sui rischi associati allo stoccaggio geologico“.

Ci parli dei rischi.
Rispetto ad altre tecnologie di produzione energetica i rischi sono molto contenuti.
Le fughe naturali di CO2 esistono in natura, basti penare che in Italia si contano 300 siti di tipo naturale monitorate dall’INGV per conto del Dipartimento della Protezione Civile
“.

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