Italia
In questi giorni sia il Governo (con il sottosegretario on.Le Romani, attraverso l’incarico all’ing. Francesco Caio, e le audizioni del Presidente Valducci – Commissione IX della Camera dei Deputati) e sia l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, sono impegnate nella definizione di una strategia nazionale relativa alle rete di nuova generazione (NGN), una valutazione delle infrastrutture preesistenti e dei relativi finanziamenti per lo sviluppo. Si tratta di una scelta cruciale per il futuro delle telecomunicazioni nazionali. Le decisioni in discussione influiranno sulla capacità dell’Italia di recuperare il ritardo con gli altri Paesi europei e competere a livello globale.
La rete NGN (Next generation network) costituisce un importante fattore propulsivo per l’economia ed un’infrastruttura abilitante a numerose applicazioni che aumentano competitività ed efficienza del Paese. Il fabbisogno di autostrade di comunicazione ad alta capacità trasmissiva è indiscutibile: la crescita del Paese si gioca anche su questi fattori verso i quali l’Italia è chiamata ad assumere una posizione attiva e positiva.
Cosa serve per mettere l’Italia alla pari delle altre nazioni europee? L’attuale finanziaria ha stimato uno stanziamento governativo di circa 800 milioni di euro (a fronte di una stima degli operatori di 15-18 miliardi di euro) e sono in definizione in questi giorni le fondamentali regole sull’accesso e l’utilizzo della rete.
Lo scontro sui diversi interessi in gioco è molto alto e alcuni chiedono la possibilità di realizzare nuove infrastrutture. Ma c’è bisogno di nuovi investimenti in questa direzione? In verità, immaginare uno scenario con una competizione basata su infrastrutture – con ingenti impegni finanziari da realizzarsi a fronte di una possibile competizione con operatori già presenti sul territorio – comporterebbe gravi inefficienze per ciò che riguarda la duplicazione degli sforzi di copertura del territorio. Facilmente tali sforzi si ripercuoterebbero anche sul cliente finale.
Per creare una competizione non è necessario realizzare nuove reti. Esiste un pensiero comune, condiviso con alcuni Operatori e Associazioni (vedi Aiip – Associazione Italiana Internet Provider) presentato alle Istituzioni, un approccio che valorizza l’infrastrutturazione già realizzata e consente l’accesso di altri operatori: la scelta “ONE NETWORK“.
«La One Network NGN consentirebbe di evitare nuovi fenomeni di Digital Divide» sottolinea Gerardo Paloschi, Amministratore Unico di Aemcom che continua: «La rete NGN deve essere pianificata come servizio universale e gli eventuali incentivi premiare i maggiori costi di copertura nelle aree a bassa densità abitativa. L’infrastruttura di accesso NGN resta una essential facility e per mantenere viva la concorrenza sui servizi a valle dell’accesso occorre che l’offerta al pubblico di servizi (compreso l’accesso) non sia controllata dall’operatore che controlla la rete. La sfida è riutilizzare tutte le infrastrutture esistenti e garantire un’esclusiva territoriale di rete ma non di offerta. La proposta di lavoro è lavorare ad una NGN unica come Servizio Universale, un sistema che considera un’unica rete NGN – già presente o da realizzarsi – per ciascuna entità territoriale. A livello sia centrale che locale sono stati sistematicamente ignorati gli investimenti degli operatori privati e pubblici sia nella fibra e sia nel wireless (in tecnologia WLL, WiMax, WiFi e HyperLan). Aemcom auspica e chiede un’ottimizzazione delle regole, necessarie alla reale semplificazione e concreta uniformazione dell’attività di costruzione, gestione delle infrastrutture opere civili, dei finanziamenti pubblici e valorizzazione degli investimenti già fatti dagli operatori locali. Aemcom sostiene inoltre l’applicazione di un modello fondato al recupero dell’efficienza, la migliore gestione delle risorse già presenti, compreso lo spettro radio, risorsa scarsa da non depauperare e la semplificazione infrastrutturale ».