Italia
Su chi debba pagare il canone/tassa della Rai e perché, si chiede l’ADUC in un comunicato stampa, stiamo quasi per perdere ogni speranza che i rappresentanti e gli amministratori dello Stato rispondano alle istanze di centinaia di migliaia di cittadini. In proposito siamo disposti a chiedere la mediazione di chiunque, e per questo rivolgiamo un appello alla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), che, in fatto di ascolto da parte di politici e amministratori, se ne intende.
La questione canone potrebbe apparire banale, ma contribuisce alla situazione economica disagiata di centinaia di migliaia di famiglie, costrette a pagare cartelle esattoriali e sanzioni amministrative esose, oltre a subire pignoramenti e fermi amministrativi senza averne alcuna colpa.
Il canone tv, tributo dovuto per il possesso di “apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni” (Regio decreto legge n. 246 del 1938), continua l’ADUC, è preteso dalla Rai anche per chi non ha il televisore. Apparentemente basta il possesso di un PC, di un videotelefonino, di un iPod e di qualsiasi apparecchio multimediale, anche se non utilizzati per guardare programmi televisivi. Pretesa che viene fatta valere nei confronti dei singoli nuclei famigliari ma che non trova, allo stato, alcuna conferma ufficiale: dalla Rai stessa, dall’Agenzia delle Entrate, dai ministeri delle Finanze e delle Comunicazioni.
La vicenda:
1. A seguito di numerose segnalazioni giunteci, abbiamo interpellato la Rai su quali apparecchi effettivamente siano soggetti al tributo. La Rai ha offerto risposte contraddittorie, fino a comunicarci di non poter rispondere, girando il nostro quesito all’Agenzia delle Entrate.
2. Nel frattempo abbiamo presentato quattro interrogazioni parlamentari ai ministeri delle Finanze e delle Comunicazioni, interrogazioni che giacciono ignorate in Parlamento da oltre un anno.
3. Infine abbiamo inviato all’Agenzia delle Entrate un interpello in quanto associazione rappresentante di interessi diffusi. Ma anche questa volta ci e’ giunta una non risposta, ed il quesito e’ stato girato al ministero delle Comunicazioni, il quale però si e’ finora rifiutato di rispondere.
Pur di ottenere una risposta siamo disposti a tutto, anche a vendere l’anima al diavolo. Ma prima di farlo, consapevoli dell’attenzione che la CEI pone sulle politiche per la famiglia e della sua invidiabile capacità di avere risposte dalle istituzioni, chiediamo aiuto perché queste istituzioni ci rispondano: quali apparecchi elettronici sono soggetti al canone Rai?