#IoT.week è lo Speciale Key4biz dedicato all’Internet of Things, in cinque puntate con interviste, case history, approfondimenti, dati, analisi e opinioni di esperti.
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IoT
La prima rivoluzione consiste nella Terminologia stessa: dai sistemi embedded che automatizzavano singole componenti di apparati ai sistemi Machine to Machine che hanno consentito un dialogo: punto-punto, verticale e specifico tra oggetti e apparati. Oggi, con il termine Internet of Things, everythings, all Things, ci si riferisce ad un modello in cui oggetti diversi, dotati di capacità computazionale e trasmissiva (con diverse modalità e protocolli di comunicazione) dialogano tra loro in modo del tutto orizzontale, esattamente come su Internet (Fig. 1).
E gli oggetti possono davvero essere dei più disparati: sensori, video camere, centrali a bordo auto, elettrodomestici, oggetti indossabili, lampioni della luce, contatori elettrici, lampadine, gasdotti, acquedotti. E l’elenco può davvero essere infinito.
Secondo recenti stime di Cisco, l’Internet of Things (IoT) oggi è rappresentato da circa 10 miliardi di oggetti interconnessi che raggiungeranno la ragguardevole cifra di 50 miliardi nel 2020.
La tecnologia di connessione prevalente è quella cellulare, per cui ad inizio 2013 gli oggetti risultavano connessi grazie a 370 milioni di SIM M2M, che potrebbero diventare 1,7 miliardi nel 2017.
La nuova rivoluzione industriale consiste nella trasformazione degli impianti di produzione dei manufatti prodotti, dei servizi offerti.
Perché sarà nelle nuove interazioni possibili che si svilupperà il mercato.
Ciò significherà che gli oggetti potranno essere utilizzati da utenti diversi in diverse combinazioni per elaborare informazioni o rilasciare servizi anche in un secondo momento rispetto a quando sono stati installati. In questo modo, ad esempio, un contatore potrebbe fornire informazioni non solo al distributore dell’energia elettrica che lo ha installato, ma anche al produttore degli elettrodomestici presenti nell’appartamento o al titolare dell’utenza. Il mondo degli oggetti interconnessi avrà notevoli impatti sulla vita quotidiana di ognuno, sulle aziende, sulle città, oltre che sugli ospedali e sulle infrastrutture.
Con la crescita della capacità degli oggetti di comunicare tra di loro, il valore dell’IoT si sposterà lungo la catena verso i servizi agli utenti, ovvero non sarà più tanto importante l’oggetto o device utilizzato, ne’ la modalità di comunicazione prescelta ma diventerà importante offrire agli utenti applicazioni e servizi utili ed interessanti e sistemi di gestione della enorme mole di dati che perverranno dall’ecosistema IoT.
Le declinazioni possibili sono molto numerose (Fig. 2).
I maggiori analisti sono concordi nell’osservare che ad oggi i verticali più sviluppati ed in crescita sono quelli dell’automotive e degli smart meter, mentre ci si attende uno sviluppo futuro crescente in ambito ehealth, finance, manufacturing, commerciale.
Un altro ambito in forte sviluppo e trasversale rispetto ai diversi verticali è quello delle smart cities che potrebbe dare avvio alla costruzione di reti short range su base urbana, la vera chiave abilitante servizi quali infomobilità e mobilità urbana integrata, gestione intelligente dei rifiuti urbani e illuminazione, logistica delle merci, servizi ai cittadini, controllo e monitoraggio ambientale.
Uno degli aspetti dell’Internet of things più interessante e in evoluzione è poi quello relativo alle potenzialità di utilizzo da parte delle aziende e del mondo business in generale.
Ad oggi le aziende hanno sviluppato l’utilizzo di alcuni servizi IoT in particolare per l’efficientamento di attività non core: energy management, videosorveglianza e controllo accessi, gestione flotte aziendali. Si sta affacciando presso le aziende un altro utilizzo dell’Iot molto più articolato e di impatto sui processi aziendali, ovvero l’utilizzo a supporto dell’evoluzione dei prodotti e dei processi.
Nel primo caso la logica è quella, come sta già succedendo per le automobili, di fare evolvere il prodotto in un servizio per il cliente sfruttando le capacità di comunicazione e trasmissione dati abilitati dall’Iot. In questo modo un oggetto (ad esempio un elettrodomestico) può inviare dati sul suo ciclo di vita al produttore e alla rete di assistenza che può programmare gli interventi, oppure all’utilizzatore che può programmarne l’utilizzo e monitorarne i consumi. Il prodotto venduto ed installato potrebbe inviare dati all’azienda direttamente alla R&D per realizzare miglioramenti progettuali, ed essere integrato ai sistemi aziendali (demand planning, produzione, contabilità e controllo di gestione).
Nel secondo caso l’IoT può essere di fondamentale importanza per gestire l’innovazione di processo, in questo caso è stato coniato il termine di Industrial Internet da parte del colosso GE (Fig. 3). General Electric infatti ha già studiato i vantaggi del connubio tra macchinari e impianti, tecnologie digitali e dell’informazione e strumenti di analisi e predittivi applicati alle proprie attività ed effettuato una stima dei risparmi possibili per il comparto industriale in termini di riduzione dei costi di approvvigionamento delle materie prime, di produzione e di distribuzione. Di questi benefici ne gioverebbe anche l’ambiente, sia in termini di riduzione drastica dell’inquinamento, sia in termini di risparmio delle risorse naturali.
Infine, un notevole impatto l’Internet of things lo avrà anche a livello consumer, ovvero sugli utilizzatori finali dei prodotti e degli oggetti. Si prospetta infatti una convergenza tra oggetti intelligenti, smartphone e device indossabili e strumenti social che permetterà all’utente di ricevere informazioni dagli oggetti o inviare istruzioni, dialogare con la rete di assistenza e il produttore e scambiare opinioni con altri utenti.
Un comparto che beneficerà molto dell’IoT sarà il mercato del Wellness e della Sanità. Il monitoraggio a distanza del paziente/individuo da parte di medici, specialisti, terapisti, potrà non solo ridurre le spese di spedalizzazione e degenza ma anche consentire un più accurato monitoraggio della popolazione con patologie croniche.
Quanto vale oggi il mercato IoT (Fig. 4)? Nel 2012 il mercato a livello mondiale è stato pari a circa 30 miliardi di dollari. Nel 2017 potrebbe raggiungere i 100 miliardi di dollari.
In Italia, il mercato oggi sfiora 1,3 miliardi di euro con tassi a due cifre come non si vedevano nel marcato ICT da qualche lustro. Le prospettive di crescita sono esponenziali a patto di:
- Lavorare su piattaforme abilitanti
- Sfruttare le architetture cloud
- Operare con standard
- Creare filiere intersettoriali per creare nuovi servizi e prodotti.
Il futuro è già dietro l’angolo. Non resta che coglierlo.