Electronic Arts risponde alle critiche sulla vendita di armi reali

di a cura della Redazione di eurogamer.it |

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EA

Qualche giorno fa Electronic Arts ha lanciato una controversa campagna che coniugava marketing e beneficienza associando al marchio di Medal of Honor la vendita delle versioni reali delle armi usate  nel gioco, il cui ricavato sarebbe stato devoluto in beneficienza.

L’operazione ha destato molte polemiche, in seguito alle quali EA ha sospeso l’iniziativa. In occasione della Gamescom, Greg Goodrich, executive producer EA, ha cercato in tutti i modi di fare chiarezza sull’argomento, difendendo l’iniziativa.

“Si trattava di un tentativo di raccogliere denaro per beneficenza, e puntavamo davvero a raccogliere molti soldi con quel tomahawk (una delle armi in vendita), ma ora non so proprio cosa succederà…”.

“Se dopo aver giocato a Need for Speed qualcuno mi desse le chiavi di una Porsche, mi dovrebbe per forza venir voglia di saltare a bordo e guidare come un pazzo investendo le persone? No”, ha continuato Goodrich.

Lo stesso discorso lo ha poi spostato su Medal of Honor: “In un first-person shooter non insegnamo a qualcuno come sparare meglio o come essere un operatore migliore semplicemente giocando”.

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