Mondo
Le vacanze sono purtroppo finite per la maggior parte di noi. Le città si sono riempite e le parole “tranquillità” e “parcheggio” sono nuovamente diventate un miraggio. In questo desolante panorama che rievoca echi di divertimento, sole e spiagge, un prode giornalista ha nuovamente deciso di immolarsi per voi recandosi in quel di Banoi, isola su cui su sviluppano le vicende diDead Island.
La prima cosa che mi è subito stata chiara è che gli sviluppatori hanno abbassato il livello di difficoltà medio. Mentre nella demo avevo faticato a buttare giù il primo boss e quasi tutti i tipi di zombie mi erano sembrati egualmente aggressivi, in questa versione finale il danno procurato dalla maggior parte delle armi sembra essere stato aumentato e i nemici hanno comportamenti più vari.
Gli zombie più corpulenti difficilmente rappresentano una minaccia a causa della loro lentezza (ma stategli comunque alla larga perché specie dal livello 5 in poi fanno davvero male), mentre se in qualsiasi momento vi capiterà di sentire un urlo agghiacciante, preparatevi ad incontrare i contagiati, dei pazzi furiosi che vi correranno incontro con l’unico obiettivo di sbattervi a terra. La loro estrema velocità è fortunatamente bilanciata da una mascella fragile, un unico colpo ben assestato basterà per toglierli oltre metà dell’energia.
Dal punto di vista tecnico/grafico ci troviamo di fronte ad un gioco che pur avendo un comparto estetico piacevole nel suo insieme, non presenta picchi di “mostruosità” paragonabili alle migliori produzioni di questa generazione. Non è inoltre raro assistere a numerose incertezze da parte del motore grafico, che soprattutto nelle fasi di trasferimento a bordo di veicoli o in presenza di numerosi nemici su schermo tende a scattare un po’ troppo.
La cosa sinceramente mi ha stupito un po’ visto che, rispetto allaversione previewdel gioco, è evidente che il team di Techland abbia lavorato per modificare alcune cose. I caricamenti, in particolare, sono più veloci anche se non fulminei, il che significa che c’erano margini di miglioramento.
Nonostante questo, quanto di buono visto in precedenza è rimasto intatto, in primis la profonda componente GDR del gioco. Oltre alle missioni principali,Dead Islandè disseminato di sfide secondarie rappresentate in gran parte da obiettivi che ci vengono affidati da alcuni NPC e per la parte restante dalle sfide extra a cui avevo accennato nell’anteprima.
Già dopo le prime ore di gioco i sopravvissuti con cui verrete a contatto vi chiederanno favori, che andranno dalla semplice voglia di qualcosa da bere alla necessità di trovare medicinali, elementi elettrici per riavviare delle macchine e cose simili.
Purtroppo alcune di queste sfide sono afflitte da un problema, quello della “Sindrome da Stupidità Artificiale. Molte possono essere portate a termine senza problemi con una buona dose di pazienza, ma non è raro imbattersi in alcuni fastidiosi bug. In particolare per il sottoscritto è stato impossibile concludere una serie di uccisioni “one shot” solo perché ad ogni colpo messo a segno il counter ripartiva da uno.
Per non parlare di quella volta che una tizia in bikini mi ha chiesto di portarla in salvo… una volta iniziata la missione non si è mossa di un metro dal suo bungalow finché non ho ricaricato il gioco una seconda volta. Confido che tali problemi verranno risolti a breve con un aggiornamento, ma era mio dovere avvertirvi.
Va anche fatto notare come dopo qualche ora di gioco la cadenza e lo svolgimento delle missioni secondarie inizi a farsi ripetitivo, discorso che poteva essere fatto anche per giochi come Dead Rising e simili ma che non giustifica comunque alcune carenze di game design.
Le missioni principali diDead Island, al contrario, sono ben strutturate e contraddistinte da differenti livelli di difficoltà e ricompense di vario genere, divise in beni materiali (armi, accessori e progetti) e Punti Esperienza.
I PE possono essere utilizzati ad ogni passaggio di livello per migliorare alcune abilità di attacco, difesa e cura… insomma, niente che non si sia già visto nella maggior parte dei giochi di ruolo. La differenza è che questo non è un GDR e quindi queste caratteristiche altro non fanno che approfondire un’esperienza di gioco altrimenti piuttosto superficiale.
Purtroppo, come sospettavo già in precedenza, i quattro protagonisti della vicenda non propongono grandi differenze a livello di gameplay, nonostante la schermata di selezione degli stessi suggerisca approcci differenti soprattutto in fase di combattimento. Tutti e quattro utilizzano le armi (che, ricordo, si usurano e rompono proprio come nella realtà) più o meno nello stesso modo e la scarsa presenza di bocche da fuoco nelle prime 6-8 ore costringe il giocatore ad un approccio più fisico agli scontri, a prescindere dalla scelta iniziale.
Il problema appena descritto risulta tuttavia secondario visto che l’avventura principale ha una durata più che sufficiente a non farvi desiderare di tornare una seconda volta nel paradiso tropicale di Banoi. Le circa 15/20 ore necessarie per portarla a termine ad un certo punto vi sembreranno anche troppe, soprattutto a causa della ripetitività di fondo a cui accennavo prima.
Nel complesso, tuttavia,Dead Islandè un gioco che mi sento decisamente di consigliare. Nessuno prima d’ora aveva proposto uno scenario simile per un gioco del genere e proprio il particolare setting paradisiaco abbinato alla tipica tensione che tante volte abbiamo provato nei film di George Romero, fanno del gioco Techland un titolo adatto a chi ama i titoli ad alto tasso di zombie e sangue.
Tutti coloro che si riconoscono in questa descrizione possono anche aggiungere un mezzo voto alla valutazione finale e prepararsi all’ennesima lotta per la sopravvivenza.