REPORT
Di Digital Vector
Data Dicembre 2004
Pagine 287
Area di coperturaMondo
Prezzo $ 2000
Attualmente, nel mercato dei Network Mobili i servizi voce costituiscono ancora la principale fonte di ricavo per gli operatori, mentre soltanto una piccola parte del fatturato è generato dai servizi dati del tipo SMS. Nonostante l”enorme crescita e consolidamento per questa tipologia di servizio, infatti, altri esperimenti come il WAP non hanno dato i frutti sperati penetrando sul mercato e raggiungendo il grande pubblico di massa.
Lo scenario, però, si presenta innegabilmente in forte evoluzione: nel corso dei prossimi dieci anni, gli analisti prevedono che il fatturato lordo per i servizi voce rimarrà pressoché stagnante mentre l”Industria del Mobile – in netta espansione – sarà trainata dai Servizi Dati. Entro il 2008, questi costituiranno circa il 60% dei ricavi totali. Affinché ciò si realizzi, però,l”Industria ha bisogno di implementare funzionalità e capacità di rete, così come di integrare l”offerta attuale con nuovi servizi ed applicazioni.
Oltre a descrivere l”offerta corrente di mercato, le diverse soluzioni mobili e le tecnologie disponibili, BuddeComm,studia le strategie dei principali operatori in veste di distributori di contenuti. Fra le piattaforme analizzate, Vodafone Live!, Orange, O2, Sonera, ATT e i-Mode.
La criticità di fondo per lo sviluppo dei contenuti mobili nasce dal fatto che l”ARPU (ricavo medio per utente) derivante dai servizi voce si presenta in declino. Ciò implica che i carrier mobili hanno bisogno di trovare in fretta nuove fonti di guadagno.
Un modello sostenibile di business è quello messo in atto da NTT DoCoMo, con il suo servizio di punta i-Mode. Sono circa 39 milioni gli utenti che hanno accordato le proprie preferenze a questa tecnologia e ai servizi connessi, disponibili presso i siti realizzati specificatamente per l”i-Mode e garantendo al provider profitti di tutto rispetto. Non soltanto le relative sottoscrizioni rientrano nella tariffa mensile di ciascun abbonamento telefonico, ma il provider trattiene anche una commissione del 9% sui profitti destinati ai publisher dei siti stessi.
Lo studio delinea pertanto questo mercato arricchendo la propria analisi con valutazioni esclusive legate ai diversi case studies proposti.
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