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Spamhaus.org

RECENSITI



Vetrina web dello Spamhaus Project, il portale è una preziosa risorsa per tutti gli addetti ai lavori – esperti di Rete e amministratori  ISP – ogni giorno alle prese con nuove e sempre più insidiose tecniche per aggirare i filtri di sistema e distribuire milioni di messaggi indesiderati, comunemente detto spam e tecnicamente indicato come UCE (Unsolicited Commercial Email).

 

La ricezione indesiderata di messaggi pubblicitari via email  che non conosce segni di cedimento. Le sue implicazioni economiche hanno assunto un tale rilievo da richiedere la costituzione di specifiche unità di studio e di associazioni (Gruppo di Ricerca Anti-Spam, Email Service Provider Coalition, European CAUCE, ecc).

Obiettivo comune, promuovere la lotta contro questo spinoso nemico della Rete attraverso la definizione di valide strategie tecnico-giuridiche in grado di arginarne gli effetti: introduzione di nuove tecnologie e standard di autenticazione, ed elaborazione di normative specifiche.

 

Il sito Spamhaus.org propone non soltanto news, alert e documenti ufficiali sull’allarmante fenomeno, ma fornisce tools e servizi specifici per combatterlo: SBL (Spamhaus Block List), XBL (Spamhaus Exploits Block List) e ROSKO (Register of Known Spam Operations) sono le ‘armi’ proposte per difendersi dalle junk mail.

Spamhaus ha infatti realizzato – per ISP, network providers ed agenzie governative – un preziosissimo database, aggiornato in tempo reale grazie a 32 mirrors presenti in tutto il globo, contenente gli IP dei più noti spammer del mondo. Le informazioni messe insieme vengono verificate e inserite in banca dati, consentendo agli utenti che ricorrono ai tools Spamhaus di individuare e bloccare gli spammer, utilizzando l’SBL nel mail server. Utilizzata gratuitamente da numerosissime dorsali di rete, la SBL consente una protezione dalle intrusioni per oltre 100 milioni di utenti. Il registro ROSKO contiene invece i riferimenti di tali ‘spam gangs’ , ossia gli spammer riconosciuti e condannati come tali dalla Giustizia.

 

Di fatto, la pratica abituale di eliminare (ricevere, smistare e cestinare) tutti i messaggi indesiderati che invadono le caselle di posta costa al business della Rete svariati miliardi di euro l’anno.
In questo scenario, lo CAN-SPAM ACT elaborato nel 2004 negli Usa non ha ottenuti buoni risultati, mostrandosi più che altro una guida alla risoluzione dei problemi di spam piuttosto che un efficace normativa che imponga obblighi e divieti. L’Unione Europea ha invece elaborato la direttiva 2002/58/CE, in linea con la strategia dell’opt-in che prevede che il destinatario delle comunicazioni esprima il consenso a ricevere i messaggi pubblicitari conservando il diritto a richiedere la cancellazione del proprio nominativo dalle mailing list.  L’Italia, nonostante sia stata tra i primi a recepire la direttiva europea, con il Codice unico delle Comunicazioni elettroniche, sta pericolosamente scalando posizioni nella classifica mondiale dei Paesi più a rischio, assestandosi passando dal 13° posto (1,59% di spam globale prodotto) all’8° con il 3% (dati Sophos). 
 

Ferma restando l’imprescindibile necessità di disporre di un framework normativo che tuteli gli utenti Internet, di certo, utilizzare gli strumenti complementari proposti dalla tecnologia come quelli Spamhaus, non può che risultare una strategia vincente. (www.spamhaus.org)

 

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Legenda: @ sufficiente; @@ buono; @@@ ottimo.

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