Mondo
La televisione digitale ha assunto le caratteristiche odierne intorno al 1992, grazie agli studi del MIT (Massachusetts Institute of Technology).
Il primo servizio di tv digitale – DirectTv – è stato attivato negli Stati Uniti nel 1994 dalla californiana Hughes Electronics, controllata della General Motors.
In Europa, la nuova modalità di trasmissione è stata adottata alla metà degli anni Novanta da Canal Plus in Francia, Telepiù – con il servizio DSTV, in seguito ribattezzato D+ – in Italia e BSkyB in Gran Bretagna.
All”origine delle attività europee in questo campo c¿è il progetto Digital Video Broadcasting (DVB) promosso dalla Commissione Europea allo scopo di definire standard comuni per la televisione digitale. Il progetto, cui hanno partecipato 170 società coinvolte nei diversi settori dell”industria televisiva, ha raggiunto l”obiettivo di stabilire un unico standard condiviso su scala europea per le trasmissioni televisive digitali:
- via satellite (DVB-S)
- via cavo (DVB-C)
- via terra (DVB-T)
Nonostante siano nati in Europa, questi standard sono stati adottati anche dal Giappone e da altri paesi non europei.
La normativa introdotta dalla legge n. 249 del 1997 ha sollecitato l”Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, in collaborazione con il Ministero delle Comunicazioni, a perseguire un”azione di razionalizzazione del sistema radiotelevisivo, allo scopo di ottenere una corretta distribuzione delle risorse tecnologiche relative a questo settore.
Prima tappa del percorso di razionalizzazione è stata l”approvazione del Piano nazionale di assegnazione delle frequenze televisive e del regolamento per il rilascio delle concessioni televisive nazionali e locali su frequenze terrestri.
Nel 1999, quindi, il Ministero delle Comunicazioni ha rilasciato le concessioni televisive nazionali e nel 2001 le concessioni e le autorizzazioni televisive locali. Entrambe hanno validità sino al luglio 2005.
La seconda tappa è rappresentata dal decreto-legge n. 5 del 2001, convertito dallalegge n. 66/2001, che ha delineato il percorso di transizione dalla situazione attuale a quella futura.
Un processo che può essere suddiviso in quattro fasi temporali:
a) avvio dei mercati di programmi televisivi digitali terrestri;
b) regolamentazione e pianificazione delle frequenze in tecnica digitale;
c) trasformazione delle trasmissioni da analogico a digitale;
d) chiusura delle trasmissioni analogiche.
Nel gennaio 2003, l¿Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, con la delibera 15/2003/CONS ha provveduto a emanare il Nuovo Piano di Assegnazione delle Frequenze per la tv digitale.
Il passaggio al digitale terrestre comporterà la progressiva sostituzione degli attuali mezzi analogici di produzione, trasmissione e ricezione televisiva, con altri di nuova generazione in tecnologia numerica.
Per quanto riguarda la produzione dei contenuti televisivi, il processo di sostituzione da analogico a digitale è in già corso.
Per apparati e reti di trasmissione, si suppone che – nella maggior parte dei Paesi europei – nell”arco dei prossimi 10 anni le reti di trasmissione televisiva – via terra, cavo e satellite – saranno completamente digitali.