BIBLIOTECH
Laterza editore
Pubblicato: marzo 2013
Pagine: 136
ISBN: 9788858111659
Prezzo: 5,90
Internet, il più grande spazio pubblico che l’umanità abbia conosciuto, non ha sovrano. Diventa sempre più urgente una risposta alle domande: il mondo del web può avere regole sebbene mobile, sconfinato e in continuo mutamento? Deve trovare una sua traduzione istituzionale, una sua ‘costituzione’?
Sono interrogativi che accompagnano da sempre le discussioni sul futuro di internet, che avevano considerato ogni ipotesi di arrivare a regole come una inaccettabile minaccia alla sua natura libertaria.
D’altra parte, la sua sempre maggiore rilevanza sociale e politica – basti pensare al nuovo rapporto tra democrazia e diritti creato dalle reti sociali – ha reso più aggressiva la pretesa degli Stati di far valere le proprie antiche prerogative.
Finora ci si era convinti che la libertà in sé della rete avrebbe consentito di riparare ogni smagliatura. Ma proprio i molti attentati alla libertà in rete, la prepotenza di troppi interessi hanno via via mostrato che così non era.
Una su tutte: le violazioni o semplici interferenze della sfera privata, continuamente monitorata, implacabilmente registrata. Divenuti entità disincarnate, si rende urgente una tutela del nostro ‘corpo elettronico’, compreso il diritto all’oblio e alla cancellazione dei dati personali.
Stefano Rodotà, è professore emerito di Diritto civile dell’Università di Roma La Sapienza. È tra gli autori della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. È stato presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali e ha presieduto il gruppo europeo per la tutela della privacy. Editorialista di “Repubblica”, è autore di numerose opere tradotte anche in diverse lingue.