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L’Italia che non ti aspetti

BIBLIOTECH


Odoya Editore

Pubblicato: 2013

Pagine: 128

ISBN: 9788862882132

Prezzo: 8,00

 

L’Italia, a fronte di un debito pubblico elevato che negli ultimi anni è comunque cresciuto meno che altrove, ha un indebitamento privato molto basso, la metà di quello di Francia e Regno Unito. Secondo uno studio di servizi professionali alle imprese (Kpmg) il “Made in italy” è il terzo marchio più conosciuto al mondo, dopo Coca Cola e Visa.

 

L’autostrada, il primo treno ad alta velocità, passando per la fibra ottica a Milano, la stampa, il pentagramma, l’architettura, la medicina e la navigazione sono primati tutti italiani. Difficile a credersi, ma esiste un’Italia che non ti aspetti fatta di successi, di numeri con il segno più, di creatività e di motori trainanti che girano ad alta velocità.

 

Secondo le stime più recenti dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto), solo cinque paesi del G20 si sono confermati esportatori netti, cioè capaci di generare un avanzo positivo tra export e import, negli scambi di prodotti industriali i cosiddetti manufatti non alimentari. Tra questi cinque Paesi, l’Italia ha fatto registrare la più forte crescita percentuale del proprio surplus, con un +46% sul 2010 con attivo di 82 miliardi di dollari davanti a Cina (+27%), Corea del Sud (+20%) e Germania (+17%), mentre l’attivo del Giappone è diminuito del 3%.

 

Questi dati – commenta Angiolino Lonardi – dimostrano quanto siano infondati, se non del tutto falsi, i luoghi comuni sulla presunta debole competitività dell’Italia. Eliminate le componenti dell’energia e delle materie prime agricole, che ci sfavoriscono enormemente rispetto agli altri paesi, in materia di manufatti non alimentari, l’Italia è la seconda potenza occidentale dopo la Germania, in termini di surplus con l’estero“.

 

L’Italia che non ti aspetti” propone un’analisi dettagliata anche dei motivi per cui gli italiani sono sempre disposti a negare i propri meriti e ad accentuare le proprie lacune. “Abbiamo cercato di dimostrare – dice Antonio Cianci- che l’Italia è molto più presente nel mondo di quanto si sia portati a immaginare. I suoi prodotti, le sue tecnologie, i suoi modelli culturali e sociali sono diffusissimi e apprezzatissimi“.

 

Antonio Cianci e Angiolino Lonardi suggeriscono un rovesciamento di prospettiva e un’inversione di tendenza alla lamentela diffusa, dando corpo ad un’idea nata durante il Forum Eurasiatico Innovazione e Internazionalizzazione di Verona del 2012 in cui fu presentata un’Italia diversa da quella solitamente conosciuta, forte e molto attiva in diversi settori dove gli italiani sanno ancora giocare un ruolo di primordine.

 

Antonio Cianci, si occupa di finanza e innovazione tecnologica. È stato consigliere per l’innovazione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, dove ha curato il progetto Italia degli Innovatori, che ha premiato le più rappresentative innovazioni italiane in occasione dell’Expo di Shanghai 2010. Ha pubblicato Eureka, Cento Invenzioni e cento inventori che hanno cambiato la nostra vita (De Agostini) e I mille dell’innovazione (Rubettino) sul percorso dell’innovazione italiana dall’Unità ai giorni nostri.

 

Angiolino Lonardi, ha fondato e diretto agenzie, giornali e radiogiornali nonché, per la RAI, il primo canale di servizio pubblico sul digitale terrestre. Ha insegnato all’Università “La Sapienza” e alla Università Pontificia Santa Croce. Attualmente dirige Ispro, Istituto di studi parlamentari. Per Odoya ha pubblicato, con Alberto Guarnieri, La nuova televisione con introduzione di Maurizio Costanzo e postfazione di Giovanni Minoli.

 

Flavio Fabbri

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