Tutta la realtà che possiamo

di di Luisella Feroldi |

Immaginazione e simbolo nelle marche e nei media

BIBLIOTECH


Tutta la realtà che possiamo

Mimesis editore

Pubblicato: 25 settembre 2013

Pagine: 150

ISBN: 9788857517902

Prezzo: 12,00

 

Tutta la realtà che possiamo mette in campo saperi diversi ed eterogenei per ripensare il rapporto tra realtà e finzione che è all’origine di ogni esperienza del senso. L’esigenza di questo ripensamento viene dalle riflessioni imposte dal ruolo sempre più marcato che le strutture prettamente finzionali del linguaggio delle marche e dell’immaginario mediatico, tipiche del capitalismo maturo, hanno assunto sia nell’impatto sulla realtà, sia nelle dinamiche che guidano la stessa produzione culturale.

 

Si pensi alla pervasività dei messaggi comunicazionali che condizionano non solo i comportamenti d’acquisto, ma anche le stesse abitudini di pensiero, alla commistione sempre più stretta tra marketing e cultura, all’erosione dei confini tra reale e virtuale nei fenomeni di rimediazione o nell’epidemia informativa del web, dove il successo di un trending topic non dipende dall’autorevolezza della voce ma dal suo portato di divulgazione, che rende pressoché irrilevanti l’autore, il referente esterno e persino l’oggetto stesso dei suoi contenuti.

 

In questo senso, il libro si rivolge a chiunque sia arrivato a occuparsi di media, marketing e marche a partire da una formazione umanistica, utilizzando per studio o professione gli strumenti concettuali che i saperi occidentali, dalla filosofia alla semiotica, alla sociologia, ci hanno messo a disposizione.

 

Come si trasformano questi stessi saperi, e i concetti che ne strutturano le singole specificità, una volta inglobati nella voracità del sistema mediatico? Al tempo stesso si rivolge anche a chi, a partire da una prospettiva più interna a questi stessi saperi si interroghi sulle trasformazioni messe in atto dal saccheggio di miti e archetipi, operato dall’economia di valorizzazione delle marche, nonché dalle frammentazioni e dal «riciclo simbolico» promossi dalle tecnologie digitali.

 

Tutto ciò nella convinzione che proprio attraverso le deformazioni che il senso subisce nei processi mediatici sia possibile cogliere al meglio quella tensione tra realtà e finzione che del senso stesso determina la genesi.

 

Luisella Feroldi, è Laureata in Filosofia e lavora da oltre 15 anni nell’ambito delle ricerche di mercato, occupandosi prevalentemente di studi di branding, comunicazione e innovazione. Collabora con l’Università di Pavia, insegnando tecniche di analisi pubblicitaria.

 

Flavio Fabbri

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