BIBLIOTECH
Garzanti Editore
Pubblicato: settembre 2013
Pagine: 260
ISBN: 9788811682479
Prezzo: 18,60
Come si può osservare in tempo reale l’espandersi di un’epidemia? In che modo si può prevenire il crimine e migliorare la sicurezza delle città? È possibile conoscere le emozioni e gli umori di un’intera nazione? Possono le nostre passioni minacciare pericolosamente la nostra privacy? I big data sono la risposta a tutte queste domande: offrendo la possibilità di agire sulla totalità delle informazioni e non solo su campioni statistici, permettono di elaborare risposte più veloci, economiche e straordinariamente più precise sul mondo che ci circonda.
Come però i ricorrenti scandali Datagate dimostrano, aziende e istituzioni stanno sfruttando queste innovazioni tecnologiche per immagazzinare, spesso a nostra insaputa, quantità infinite di dettagli sulle nostre vite.
È infatti sufficiente accedere a un social network, usare uno smartphone o semplicemente navigare sul Web, per perdere il controllo su informazioni intime e private. Ma se si può trasformare la realtà in dati, persino i nostri interessi e le nostre sensazioni tramite i like di Facebook e gli aggiornamenti di Twitter, anche le nostre preferenze e i nostri gusti finiranno per essere comprati e venduti, scrutati e sanzionati.
E se queste informazioni fossero gestite male, il rischio di andare incontro a una riduzione dei nostri diritti o persino a una dittatura delle probabilità – come nel celebre Minority Report – sarebbe altissimo.
Gli autori Viktor Mayer-Schönberger e Kenneth Cukier affrontano in modo autorevole e accessibile le prospettive e i rischi di questa rivoluzione già in atto, in un libro perfetto per comprendere quello che sta succedendo, capirne le dinamiche e non farci trovare impreparati.
Viktor Mayer-Schönberger, è professore di Internet Governance and Regulation alla Oxford University.
Kenneth Cukier, è Data Editor presso «The Economist» e membro del Council on Foreign Relations. Suoi articoli di tecnologia, business e economia sono apparsi su «The New York Times» e su «Financial Times».