BIBLIOTECH
Genesi Editore
Pubblicato: 2011
Pagine: 296
ISBN: 8874143108
Prezzo: 18,00
Il romanzo è ambientato a Torino e nel Piemonte occidentale all’indomani della caduta del muro di Berlino, ma il suo raggio d’azione abbraccia l’intero Novecento. Attraverso il sapiente uso delle reminiscenze del protagonista e dei flash-back, l’autore recupera infatti quegli spezzoni di storia passata che sono essenziali alla comprensione del presente e all’impianto ideologico dell’intera struttura narrativa.
Il Novecento è stato il secolo dei grandi “crolli”. Crollo di imperi, da quello cinese del 1911 a quello sovietico del 1989, attraverso la caduta degli imperi tedesco, austroungarico e ottomano, crollo degli imperi coloniali, crollo di muri, come quello di Berlino, e di cortine di ferro, come quella che divideva i paesi dell’Ovest da quelli dell’Est, crollo di ideologie e dei corrispettivi ideali. La filosofia del “crollo” è il leit-motiv che percorre l’intero romanzo e ne sottende l’azione. Il protagonista la sperimenta sulla propria persona nel corso della sua vita. Ha vissuto il crollo dell’ideale del fascismo in cui aveva sinceramente creduto nel corso della prima adolescenza, finché l’esperienza della guerra non ne aveva dimostrato la falsità. Poi, dopo la lotta partigiana, aveva creduto ciecamente nel comunismo, credendo di poter lottare, in nome degli ideali dell’eguaglianza e dell’equità sociale, per una società più giusta e per un mondo migliore. Ma gli eventi recenti, con la fine del blocco sovietico e la messa al bando del termine stesso di “comunista” dalla nomenclatura politica, lo lascia nuovamente orfano e questa volta definitivamente.
A settant’anni si è troppo vecchi per rinascere in una nuova ideologia, che del resto non esiste ancora. Non rimane che coltivare il ricordo dei propri ideali e di un passato senza macchia, senza rimpianti per ciò che poteva essere e non è stato, e senza vane illusioni per l’avvenire. Solo il cuore non invecchia. Accanto al ricordo della moglie prematuramente morta, si affaccia ora il bel volto di una giovane donna, Morgana appunto, che reca nel nome stesso un’indicazione del destino che lo attende. Il suo infatti è il nome di una mitologica figura femminile, inafferrabile e sfuggente, che vive ai confini tra realtà ed illusione in un mondo che non esiste. E accanto a Morgana si affaccia il volto di una bimba, Esperanza, quella che Mauro e Sara, il protagonista e la moglie precocemente morta, avevano atteso invano durante la loro vita da sposi.
A questo punto la narrazione si attenta ad esplorare le oscure profondità della psiche in un intreccio di fatti, premonizioni, allusioni e coincidenze che avvincono il lettore per il loro sapore di novità e anticipano misteriosamente la conclusione del romanzo, conferendo alla vicenda una connotazione logica esemplare.
In essa infatti nulla è lasciato al caso. I riferimenti al passato sono essenziali alla comprensione del presente. Le visite ai luoghi della giovinezza, in particolare alle valli alpine dove si era svolta la sua partecipazione alla lotta per la libertà, sono allusive dei fatti futuri e delle mosse che la vita si appresta a compiere per dare un significato alla sua esistenza e prepararle una degna conclusione. Anche il mondo che ruota intorno al protagonista, amici, compagni di partito, avversari politici, semplici conoscenze, è selezionato in funzione dell’efficacia narrativa e della coerenza dell’azione.
La stessa conclusione del romanzo pone in evidenza la vita del protagonista vissuta nell’amore della verità e della giustizia, e perciò contrassegnata da violenti contrasti e da implacabili inimicizie. Ed è il compimento di una vicenda esemplare, che si consuma nella necessità di rintracciare un punto di equilibrio, indispensabile per comprendere che la propria vita non sia stata vissuta invano. Questa è la lezione che il bel romanzo di Antonio Derro lascia durevolmente nella mente del lettore.
(Nota a cura dell’editore)
Antonio Derro, è nato il 2 luglio 1951 a Jacurso, un piccolo paesino della provincia di Catanzaro, posto a mezzo dei golfi di Squillace e Santa Eufemia. Nel 1969 si trasferisce a Torino. Sono gli anni dei grandi rivolgimenti di piazza e inquietudini giovanili, destinati a segnare la propria formazione culturale. Laureatosi in giurisprudenza presso l’Università di Torino, si dedica all’insegnamento come docente di diritto ed economia, entrando successivamente nella magistratura tributaria, dove tuttora svolge la funzione di giudice presso la CTP di Torino.
Negli anni dell’Università entra presto in contatto con diversi centri culturali, dedicandosi alla ricerca poetica e all’organizzazione culturale in ambito storico-giuridico, letterario e teatrale, con varie mostre e allestimenti. Collabora inoltre con diverse editrici e testate giornalistiche locali e nazionali, su cui ha pubblicato vari testi poetici e curato diverse pubblicazioni letterarie.
Nel 1985 cura la “Mostra Nazionale del Libro di Poesia Contemporanea” e la pubblicazione del relativo catalogo, con testi dei più importanti poeti italiani, tenutasi presso la Biblioteca Nazionale di Torino e, successivamente, in Pinerolo, Castellamonte e Valverde di Catania. Nel 1989 pubblica Terre Interiori, la sua prima raccolta di poesie, edita da Meynier, Torino, con prefazione di Giorgio Bárberi Squarotti. Nel 2011 pubblica il romanzo Sognando Morgana, Genesi Editrice, con una prefazione di Renato Scavino.