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La comunicazione fra incanto e disincanto

BIBLIOTECH


Franco Angeli Editore
Pubblicato: maggio 2009
Pagine: 128
ISBN: 8856813114
Prezzo: 15,00

L’esplosione comunicativa che ha invaso il nostro universo ha origini lontane, ma oggi, soprattutto grazie alle nuove tecnologie, ha subìto una crescita esponenziale che ha profondamente mutato lo spazio di vita e le aspettative dell’uomo contemporaneo.

 

La ricerca della felicità, anche se “paradossale“, spinge a un consumo mediatico sempre più esteso, mentre la cultura è diventata lo specchio in cui si riflettono le icone del nostro tempo, potenti “marcatori semiotici” in grado di creare senso di appartenenza, condivisione d’intenti, espansione del desiderio. Tuttavia, ci si domanda se sia possibile porre un limite a questa emanazione ininterrotta di immagini, suoni, parole che sono alla base di quel “reincanto” del mondo teorizzato da Maffesoli.

Se l’informazione è soprattutto messa-in-forma, essa non potrà sfuggire al “disincanto” di una regola, in grado di ridisegnare lo spazio comunicativo all’interno del quale gli uomini possano più facilmente oltrepassare l’esistente, senza, però, scivolare nella deriva dell’insignificanza, dell’informe, in una parola dell’entropia.
(Dalla quarta di copertina)

Agata Piromallo Gambardella, già professore ordinario di “Teoria e tecniche delle comunicazioni di massa” presso l’Università degli Studi di Salerno, dove ha promosso e diretto l’Osservatorio “Violenza Media Minori“, è attualmente professore a contratto della stessa disciplina presso l’Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli. I suoi studi e le sue ricerche si sono mossi inizialmente nella direzione di un approccio educativo ai media (Media Education) e successivamente verso un approfondimento teorico degli aspetti sociologici sottesi alle dinamiche culturali e comunicative. Tra le pubblicazioni più recenti “Le sfide della comunicazione” (Laterza, 2001), “Violenza televisiva e subculture dei minori nel meridione” (con G. Paci e D. Salzano) (Angeli, 2004), “Violenza e società mediatica” (Carocci, 2004).
 

 

Flavio Fabbri

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