BIBLIOTECH
Codice Editore
Pubblicato: 2008
Pagine: 276
ISBN: 8875781117
Prezzo: 15,00
E’ uscito recentemente il saggio su “L’economia della conoscenza oltre il capitalismo. Crisi dei ceti medi e rivoluzione lunga“, Codice Edizioni, scritto da Enrico Grazzini, analista della comunicazione e giornalista, collaboratore tra l’altro del Corriere della Sera. Secondo Grazzini, nella nuova economia immateriale emergono tre importanti e dirompenti novità: la conoscenza, che è diventata la più preziosa fonte del valore, è un bene per natura pubblico e non esclusivo; Internet costituisce la piattaforma dell’innovazione ma non è proprietaria, e per la prima volta il web 2.0 permette a centinaia di milioni di persone di esprimersi direttamente, abolendo il monopolio dei mass media sull’opinione pubblica.
Infine i lavoratori della conoscenza, i “manipolatori di simboli e segni” e i protagonisti della rete, costituiscono la quota maggioritaria degli occupati nei paesi avanzati, e non sono più un ceto ristretto e privilegiato. Lo sviluppo della nuova classe dei knowledge worker – che controlla il mezzo di produzione più importante, la conoscenza – rappresenta una nuova potente leva per la trasformazione sociale, per condizionare, regolare e anche superare il capitalismo autoritario e speculativo. Infatti i knowledge worker vivono la drammatica “crisi dei ceti medi” ma stanno già sviluppando culture e modi di produzione autonomi. In questo senso Internet – la rete senza brevetti e copyright, realizzata liberamente da scienziati e knowledge worker – i blog, il Free Software, l’Open Source, Wikipedia, le iniziative di Open Science, ecc sono solo i primi importanti segnali di trasformazione economica e cultirale.
La novità consiste nel fatto che il principale mezzo di produzione, la conoscenza, può essere prodotta solo grazie allo scambio reciproco, alla trasparenza, all’altruismo e alla democrazia allargata. Nel suo saggio Grazzini – sulla scia delle teorie di Manuel Castells, Don Tapscott e Yockai Benkler – afferma che con Internet e i knowledge worker è nato un nuovo modo di produzione cooperativo, e ricorda che i modi produzione più efficaci nel lungo periodo sono vincenti e generano sistemi politici più avanzati e democratici. Il capitalismo ha prevalso sul feudalesimo; ed è probabile che il sistema cooperativo di produzione delle conoscenze alla lunga si affermi sul modo tradizionale di produzione capitalista, basato sull’utilitarismo, sull’esclusività e sul segreto, sulla turbocompetizione e la speculazione finanziaria.
In conclusione del suo saggio, Grazzini indica anche alcuni possibili e attuali obiettivi per lo sviluppo equo, sostenibile e innovativo della Società della Conoscenza: il reddito minimo garantito e lo sviluppo del welfare; la gestione dei diritti di proprietà intellettuale da parte dei knowledge worker; la difesa della neutralità della rete e l’universalità dell’accesso; la necessità di collegare la democrazia di Internet e quella rappresentativa; e infine la necessità della democrazia economica, perché i lavoratori (in particolare quelli della conoscenza) partecipino alla governance delle aziende, sia per aumentare la produttività e il benessere sociale che per elevare la qualità della stessa democrazia politica.
Enrico Grazzini , è analista dell’Economia della Comunicazione e delle Innovazioni, collabora da anni con il “Corriere della Sera” e con altre testate specializzate. In qualità di consulente e ricercatore ha effettuato numerose indagini e studi per conto delle più qualificate aziende e istituzioni nazionali e internazionali.