BIBLIOTECH
Guerini e Associati, Bologna 2007
Pagine 239
ISBN 978 – 88 – 8335 – 840 – 1
Prezzo 21,50
C’era una volta il cracker avverso: solitamente un adolescente con buone conoscenze informatiche, poco abile nei rapporti sociali ma capace di introdursi nei sistemi informativi di un’azienda per curiosità o, meno spesso, per danneggiare qualcuno. Da allora se ne è fatta di strada e oggi si pone maggiore attenzione a ciò che si nasconde dietro un crimine informatico. Da qui parte Webcrimes. Il team di esperti che ha lavorato a questo progetto analizzando diverse forme di criminalità, dal terrorismo alla pornografia, dalle truffe on line ai reati mafiosi – concorda nel sottolineare che conoscere le personalità e i tratti dei criminali informatici può aiutare anche a catturarli, anche se, attualmente, non sono ancora disponibili sufficienti informazioni per arrivare a definire una mappa precisa e affidabile di chi commette un crimine al computer. Come accade per i reati tradizionali, è importante capire cosa ha spinto una persona a commettere un crimine IT. E possibile trasporre alcuni metodi delle investigazioni classiche al mondo del cybercrime? Quanto le “vittime” sono davvero propense a denunciare i crimini che le hanno colpite? Un ampio orizzonte di temi cui il testo risponde con competenza ed efficacia.
(dalla quarta di copertina)
Nato a Bologna nel 1967, Andrea Pitasi si è laureato in Scienze Politiche nell’ateneo bolognese nell’a.a. 1989-90, con una tesi di Sociologia delle comunicazioni, dal titolo “Il simbolico nelle strategie sistemiche”. Nel 1998 è per la prima volta visiting professor negli Usa, alla University of Houston Downtown, dove elabora alcune delle ipotesi teoriche che oggi costituiscono la base delle sue ricerche e dell’attività di insegnamento. Dal 2001 svolge attività di didattica e di ricerca all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, collaborazione mantenuta anche dopo aver vinto il concorso e ottenuto, dall’anno accademico 2004-2005, la qualifica di professore associato all’Università G. D’Annunzio di Chieti (cattedra di Sociologia giuridica e della devianza). Oggi, a 37 anni, è il più giovane professore associato d’Italia nell’ambito della Sociologia giuridica.