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L’ultima copia del “New York Times”

BIBLIOTECH


Donzelli Editore, Roma 2007
Pagine VIII – 168
ISBN 88-6036-104-4
Prezzo 15.00

 

Secondo i calcoli di Philip Meyer, uno dei più seri e competenti studiosi dell’editoria americana, l’ultima sgualcita copia su carta del «New York Times» sarà acquistata nel 2043.

 

La crisi di vendite che affligge i quotidiani da una ventina d’anni lascia pensare che la previsione sia realistica, se non addirittura ottimistica. Che cosa è successo? Per quale ragione imprese editoriali che in tutto il mondo hanno generato per secoli utili di bilancio, e contribuito in modo determinante a salvaguardare democrazia e valori civili, vedono minacciata la loro stessa sopravvivenza? Editori e giornalisti tendono ad attribuirsi reciprocamente la colpa. Ma il vero nemico dei giornali, quello che li sta inesorabilmente condannando a morte, è la tecnologia.

 

Il tempo a disposizione della gente è diminuito, e ognuno di noi ha ormai la possibilità di essere informato quando vuole, dove vuole e sui temi che preferisce senza dovere per forza ricorrere alla lettura di un giornale. Le pagine web, le eMail, la telefonia mobile, le tv tematiche riempiono costantemente le nostre giornate, senza lasciarci mai soli. Nel giro di qualche anno le nuove tecnologie di comunicazione avranno un impatto ancora più forte sui destini dei giornali di carta.

 

In questo libro, agile e ricco di informazioni, il giornalista che ha guidato la redazione de «La Stampa» per circa vent’anni, accompagnandone anche le trasformazioni tecnologiche e grafiche, racconta come i quotidiani italiani, europei e americani hanno cercato di reagire, spesso con successo, alla crisi e quali sono le opportunità che le tecnologie stanno offrendo a molti di loro per creare un legame più solido e duraturo con i propri lettori. Perché, come ha detto Rupert Murdoch, il più importante editore del mondo, il futuro propone due sole alternative: cambiare o morire.
(dalla quarta di copertina)

 

Vittorio Sabadin lavora dal 1979 a “La Stampa“, dove ha ricoperto dal 1986 al 2006 gli incarichi di caporedattore centrale e di vicedirettore.

 

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