BIBLIOTECH
Marsilio, Padova 2006
Pagine 224
ISBN 8831789848
Prezzo 16.00
Da sempre il cinema argentino ha espresso la sua originalità rispetto alle altre cinematografie sudamericane o europee. Nell’ultimo decennio, in particolare, si è imposto all’attenzione internazionale come uno dei laboratori più ricchi e articolati sulla produzione audiovisiva, con una serie di autori come: Lisandro Alonso, Daniel Burman, Israel Adrián Caetano, Lucrecia Martel, Martin Rejtman, Bruno Stagnaro e Pablo Trapero.
Una nuova legislazione e un radicale cambio generazionale hanno contribuito a rifondare ex novo, senza però dimenticare tout court passati punti di riferimento, un panorama produttivo e realizzativo, ossessionato, in una sperimentazione a tutto campo, dalla necessità di trovare uno sguardo “altro” su una realtà politico-sociale mutevole e cangiante, solcata da momenti di grave crisi e di ripresa.
recentemente, un’inchiesta realizzata tra cento personalità del cinema argentino (registi, attori, sceneggiatori, produttori e critici) ha indicato Leonardo Favio come il miglior regista della storia del Paese. Conosciuto nel continente latinoamericano anche per la sua attività di cantante melodico, Favio è diventato per molti giovani un esempio di coerenza, di coraggio nell’osare, nell’ibridare forme e linguaggi. Esiste un filo rosso che lega il regsita di Crònica di un nino solo alla nuova generazione cinematografica argentina. Ed è questa la linea che si è voluto ripercorrere in questo volume (il primo in Italia sull’argomento), tracciando le coordinate di un cinema che ancora può e vuole essere, con orgoglio e coerenza, indipendente.
Scritti di: Gonzalo Aguilar, Emilio Bernini, Daniele Dottorini, Octavio Getino, Alfredo Marino, Raul Manrupe, Gustavo Noriega, Giovanni Ottone, David Oubiña, Fernando Peña, Silvia Schwarzbock, Pablo Scholz , Alma Tozzini, Sergio Wolf.
(dalla quarta di copertina)